di Vittorio Lussana
Il tribunale dei ministri di Roma ha archiviato l’ultimo procedimento a carico dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, apertosi a seguito di alcune denunce relative alla campagna di vaccinazione. Nell’ordinanza, in sintonia con quanto già affermato nella richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica, viene riconosciuta la correttezza della condotta dell’ex ministro, volta esclusivamente “alla difesa dell’interesse pubblico e del diritto alla salute dei cittadini”.
Dunque, viene smontato l’ennesimo processo alle intenzioni contro un parlamentare del Partito democratico, nella convinzione di poterlo utilizzare come utile capro espiatorio. Certe decisioni, Speranza le ha dovute prendere in base a quanto gli veniva consigliato dal Comitato tecnico-scientifico. E non può essere perseguito per legge solamente perché ricopriva quell’incarico, soprattutto in momento particolarmente difficile per tutto il Paese. Un ministro ha il dovere di svolgere un funzione d’indirizzo: non si può ritenere che non debba esistere una politica sanitaria o che medici e virologi siano, sostanzialmente, degli stregoni. Altrimenti, non serve a nulla avere un ministero della Salute. E, in una situazione come quella che abbiamo vissuto negli anni 2020-2021, si finisce col sacrificare migliaia di persone a rischio in quanto soggetti fragili, intasando ospedali e cimiteri.
Sin dai tempi della pandemia, alcune categorie di persone avevano preso di mira Roberto Speranza, che ha subito interi mesi di minacce e persecuzioni intimidatorie. In secondo luogo, stupisce l’esistenza di un intero pezzo del popolo italiano che si professa cattolico, ma che in realtà non crede a niente e a nessuno. Una sorta di ceppo qualunquista, che ritiene superflua ogni politica collettiva, anche se moderata e democratica. Convinzioni assertive, cinica arroganza, fatalismi atavici: un coacervo di ignoranza becera, aggressiva e rumorosa, sostenuta anche da alcune testate nazionali d’informazione e persino da qualche programma televisivo.
Giunti a questo punto, spero proprio che, almeno sul fronte dell’informazione, il responsabile della comunicazione del Partito democratico, Sandro Ruotolo, prenda carta e penna e si decida a presentare un esposto presso l’Ordine nazionale dei giornalisti, al fine di denunciare un’opera di gravissima e dannosa disinformazione reiterata negli anni, che ha fortemente disturbato la campagna vaccinale e che, ancora oggi, soffia sul fuoco di una protesta irresponsabile e qualunquista, come i recenti fatti di Ostia, sempre ai danni di Roberto Speranza, stanno lì a dimostrare. Oltre ad averci obbligato tutti quanti, per più di due anni, a un duro compito di debunking e fact checking, che ha sostanzialmente raddoppiato il nostro carico di lavoro.
Esiste un organo di controllo deontologico? Bene, allora facciamolo funzionare, anziché limitarci ad assistere al declino di un’altra funzione collettiva assai delicata per il Paese, come quella di una corretta informazione nei riguardi dei cittadini. Soprattutto, in certi frangenti di emergenza.
Così vediamo da quale parte stanno i veri patrioti…
(5 aprile 2024)
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