di Daniele Santi
Siccome le mozioni di sfiducia arrivate alla Camera, discussione il 3 aprile e voto qualche giorno dopo, ecco la Lega levarsi contro Santanchè: “Dimissioni” perché se si parla di una Santanchè si tace su un Salvini, ugualmente sulla graticola, persino dentro la Lega. Così mentre l’augusta Montaruli si permette di parlare di sfregio alle Istituzioni riferendosi a ciò che succede a Bari (con l’imbarazzante siparietto di Emiliano che diceva in fondo in fondo “Qui comando io”), lei che è condannata in via definitiva per peculato e continua a stare in parlamento, la Lega di Matteo Salvini se ne strafrega dell’appello all’unità di Giorgia Meloni sulle elezioni europee parrebbe ora volere le dimissioni della ministra del Turismo e della campagne pubblicitarie di portata storica Daniela Santanchè, indagata con l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps.
E hanno la faccia tosta di chiedere i test attitudinali per i Magistrati (ed erano partiti per riformare la giustizia per rendere i processi più veloci, ma non quando il rischio di processo sfiora le loro signorie, sembrerebbe di capire). Lontani i tempi in cui Salvini e Santanchè presentavano in appuntamenti congiunti i loro imprescindibili volumetti, siamo tornati ai tempi del circo nella piazzola del paesello. Come allora a divertirsi sono in pochi.
(28 marzo 2024)
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