Identità e Democrazia nel suo appuntamento romano sembrava essere molto vicina a un’adunata di gatti (neri) in Largo Argentina con gattara d’eccezione. Matteo Salvini dagli studios di via Tiburtina snobbati anche da Marine Le Pen – in tutto il suo biondume in video – lancia i suoi proclami a circa 1500 partecipanti: “Vogliono provarci a far passare la voglia ma non ci riusciranno, resteremo al governo fino al 2027”. Tutti i gatti miao. Bontà loro.
Dire che è lui che del governo non ne può più pareva brutto, poi c’è un congresso in autunno desiderato come un mal di pancia insopportabile mentre sei bloccato in metropolitana, quasi obbligato dagli altri big del partito, quelli che big lo sono senza tronfiare ad ogni uscita.
La convention era intitolata sobriamente “Winds of Change. Towards a Europe of Cooperation” dato che non si poteva intitolare al governo al Bruxelles non c’arriviamo nemmeno se ci spingono con interventi di luminari della politica europea come Gerolf Annemans, presidente del partito, Harald Vilimsky, capo delegazione del partito austriaco Fpo al Parlamento europeo, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, l’imprenditore statunitense ed ex candidato alle primarie repubblicane Vivek Ramaswamy, il leader del partito portoghese Chega André Ventura. Tutte stelle del firmamento complotto–sovranista europeo e mondiale con l’eccezione di Giorgetti che non è una stella,, ma un ministro e non se la prenderà, consapevole com’è che di stelle in casa Lega, risultati elettorali alla mano, ne basta una.
“Chi voterà Lega alle europee sa che non voterà mai un altro mandato per Ursula von der Leyen, mai con la sinistra e i socialisti”, ripete il vicepremier che poi ci tiene a ricordare, riferendosi a Meloni che “con gli amici possono esserci problemi ma poi si risolvono” e noi a sognare di notte un idillio che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Poi si attacca di qua e di là: Macron, Von der Leyen, guerrafondai vari (mica come Putin, lui sì che la pace sa come farla e le elezioni sa come vincerle) poi i soliti figli ai quali “non vuole lasciare un continente pronto a entrare nella terza guerra mondiale” dimenticandosi che votando l’invio delle armi all’Ucraina nel terzo conflitto mondiale ci siamo già. Anche grazie ai voti della Lega. Poi l’astro nascente del sovranismo portoghese che grida a gran voce che “Per Identità e Democrazia l’Europa è un continente cristiano e deve continuare a esserlo”. Non sono pervenuti buoni conigli di Salvini sull’uso dei crocefissi e dei rosari nei comizi, visti i risultati che ha ottenuto lui. Nemmeno si è accennato ad idee meravigliose appellandosi a citofoni. Nessun programma, tanto per cambiare. Ma tutti i gatti (neri) miao.
Mancava Vannacci, pare non l’abbiano invitato. Chissà se è solo questione di tempo o ci sono consigli ben suggeriti da chi non vede bene la questione candidatura.
(23 marzo 2024)
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