Congresso della Lega in autunno dopo che per anni Salvini si è rifiutato di organizzarlo (e se non decide di annullarlo): il notizione poco prima del flop annunciato della manifestazione per un’Europa sempre più nera organizzata da un Salvini sempre più a destra alla quale nemmeno i numeri uno del suo partito parteciperanno. Naturalmente la strategia salviniana non si smentisce e prima del congresso si eleggeranno i segretari regionali, per blindarsi un po’.
Ma metti che alle Europee vada come si teme e avrà bisogno di santi, più che di segretari regionali dentro il salvinismo. In vista delle elezioni del 9 giugno i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, il ministro Giancarlo Giorgetti, il governatore Massimiliano Fedriga e un non meglio precisato sindaco “lavoreranno insieme sul programma”, quale sia questo programma non è ancora dato saperlo, naturalmente, ma si procede con l’unica certezza che l’unico programma certo è che Salvini farà quello che vuole lui, qualunque decisione venga presa.
Così mentre si attende la conferma delle previsioni salviniane di una Lega a doppia cifra alle Europee (ma il 7,6% è pure un risultato a doppia cifra, dipende da come la interpreti), si punta a una tregua per strangolarlo meglio. Lo testimonia la risposta eccessivamente tonica del governatore Zaia all’ennesima domanda alla partecipazione alla manifestazione nera voluta da Salvini per il 23 marzo. Zaia ha “altro da fare” come del resto moltissimi tra i big della Lega che ormai non tacciono più il loro “Siamo nati federalisti e siamo diventati fascisti”.
(22 marzo 2024)
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