Gli piace il centro moderato di Forza Italia, agli eterni litiganti che qualcuno irrispettosamente chiama Bibì e Bibò, gli piace perché c’è spazio – ci sono poltrone, tradotto dal volgare – e soprattutto c’è la scusa per non farsi intruppare dentro il PD che è buono per le europee, ma non per la Basilicata. E comunque meglio un PD morto che un Calenda tradito-non-consultato-ignorato.
E cosa si aspettava dopo averne dette di tutti i colori sul M5S mentre (anche con il M5S) sosteneva il candidato del campo largo in Abruzzo del bel badabùm? Si aspettava forse che lo ossequiassero con fiori e incensi pregandolo in ginocchio dopo opportune genuflessioni e meditazioni di passare con loro le elezioni in Basilicata? Tanto valeva dirlo prima: quelli che che qualcuno irrispettosamente chiama Bibì e Bibò hanno deciso di sostenere in candidato di Forza Italia in Basilicata. Cioè vanno a destra. Il coronamento di un sogno a lungo inseguito nel caso a Meloni vengono a mancare i voti di Salvini, per qualsiasi ragione, e ci sia bisogno di un soccorso esterno – perché quando si è buoni d’animo un appoggio esterno non lo si nega a nessuno (chiedetelo a Mastella). E del futuro non v’è certezza.
Certo bisogna vedere quanto dura la decisione dell’uomo le cui decisioni durano fino a quella successiva, magari domani Calenda avrà una nuova folgorazione e deciderà che nemmeno Vito Bardi, presidente uscente, di Forza Italia, fa al caso suo per le elezioni in Basilicata. Tra un po’ non saprà più con chi parlare, ma non sottilizziamo. Mica è colpa sua.
(14 marzo 2024)
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