di Giovanna Di Rosa
Ripercorrendo alcune, tutte è impossibile, le dichiarazioni del cosiddetto campo largo e dei suoi numerosi leader su e giù per l’Abruzzo (col gps si suppone, perché da cronisti non n abbiamo mai visti così tanti e in un lasso di tempo così breve da quelle parti) ciò che si nota è la continua contrapposizione nemmeno troppo celata tra i che dovevano comporre il campo troppo largo per la stretta via.
Abbiamo dunque visto una Schlein trionfante chiaramente concentrata sulla convinzione che in Abruzzo si sarebbe ripetuta la Sardegna (peccato che Todde abbia preso 45mila preferenze personali proprio in quanto sarda), tanto da chiedere alla neopresidente eletta di presentarsi in Abruzzo senza chiedersi cosa ci facesse una Todde a L’Aquila. Risultato a L’Aquila è la lista di Lupi a fare un pieno di voti inaspettato. Conte non ha perso occasione per non dire nulla, ma non doveva nemmeno dire di essere contro Schlein dato che li divide tutto. Il fastidio peggiore, non solo all’orecchio, la convinzione assoluta che un campo largo senza programma avrebbe vinto perché aveva appena vinto. E’ l’orrore del vuoto che genera panico.
Dove vogliono andare se non sanno nemmeno come formare una coalizione sui programmi? Come possono andare d’accordo senza che ci sia una figura cardine attorno al quale ruota la coalizione – la destra ce l’ha sempre avuta, questa figura, e mica mi si può accusare di essere di destra anche se c’è chi lo farà – che si fa portavoce di un programma che diventerà il perno della politica della coalizione? Dicono tutto e il contrario di tutto: Calenda contro Conte, Conte contro Schlein, Schlein a fare testa d’ariete contro Meloni, Richetti contro il M5S due giorni dopo le elezioni. Nel campo largo solo un partito ha aumentato i suoi voti: il PD che oltre allo zoccolo duro di un elettorato che è quello è anche organizzato sul territorio. Il dettaglio [sic] non poteva sfuggire a Conte che è riuscito a dire che a M5S manca il “radicamente sul territorio”. Come se si ottenesse con la bacchetta magica. Ma certamente non poteva soffermarsi a considerazioni su un M5S che ha preso un terzo dei voti del PD.
Il campo largo, insomma, riesce a non essere d’accordo addirittura su quello che non c’è e a discutere di coalizioni basandosi su una coalizione che non c’è.
(12 marzo 2024)
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