Con lo stile che gli è proprio, non dire nulla parlando del nulla, sapendo di non dire nulla ma pontificando come se fosse lui stesso il verbo, Salvini si è arrampicato sull’impervia strada dell’insinuare il dubbio scegliendo, probabilmente, obbiettivo e parole sbagliate.
Il ministro delle Infrastrutture (e di tutte le altre poltrone, a seconda della convenienza politica) è riuscito a dire di non potere “giudicare cosa è successo dall’altra parte del mondo. Capisco la posizione [sic] della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi”. Un capolavoro del chi-se-ne-frega. Dopo che gli esponenti del suo partito sono stati fischiati alla manifestazione pro-Navalny di Roma doveva attaccare, anche perché sa che i fischi sono diretti a lui.
Calenda gli risponde a tono (citiamo da La Stampa): “Adesso Matteo Salvini hai rotto le balle. 1) il giudizio dei magistrati di una dittatura non conta nulla. 2) ieri hai mandato i tuoi ad una manifestazione contro l’assassinio di Navalny. 3) dacci evidenza che l’accordo con Russia Unita è stato disdetto. 4) ora chiedo al mio ufficio studi di verificare uno per uno gli imprenditori che hanno finanziato la Lega che legami hanno con la Russia. 5) ricordati di querelarmi”. Poi Calenda, che dopo Modena doveva sentirsi particolarmente in forma ha continuato: “Se la Lega e Matteo Salvini non smentiranno pubblicamente il rinnovo dell’accordo con il partito di Putin Russia Unita, Azione presenterà una mozione di sfiducia contro Salvini. Un ministro della Repubblica non può essere partner politico di un dittatore assassino e imperialista che vuole disgregare l’Ue. Aggiungo che c’è un serio problema di sicurezza nazionale e di accesso ad informazioni sensibili. La Lega deve produrre la lettera in cui ha disdetto l’accordo con Russia Unita”.
Dell’accordo Lega-Nuova Russia parla anche questo articolo di Nuova Società che cita anche il libro “Da Pontida a Mosca. Gli accordi tra Putin e la Lega Nord”, scritto da Fabio Sapettini e Andrea Tabacchini ed edito da Samovar che riporta il testo del contratto“.
Meloni, in campagna elettorale tace, vedendo svuotarsi le azioni di Salvini dentro e fuori la Lega.
(20 febbraio 2024)
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