di Paolo. M. Minciotti
Si sentiva il bisogno di una “lista per la pace”, nuova (s)forza politica di Michele Santoro dal logo che pare la copertina della brutta copia di un’enciclica che poteva venir meglio – candidissima colomba con ramoscello d’ooooopssss (non si può dire, che non porti male) tenuto con il becco – e col nome Pace Terra e Dignità che come slogan scelto da uno che gridava come un ossesso in televisione diventando paonazzo, è tutto una coerenza.
Santoro lo rende noto dopo la presentazione del pomeriggio, da Lilli Gruber a Otto e Mezzo con Aldo Cazzullo che afferma di temere che tra Vannacci e Santoro sarebbe semplice ipotizzare chi vincerebbe (anche se non lo augura a Santoro); poi Santoro parla del programma di “Pace terra dignità” del quale non abbiamo niente se non cose che conoscevamo già, ma che hanno già detto tutti. Salvo poi fare il contrario.
Santoro ha presentato la nuova cosa meravigliosa della politica italiana insieme a Raniero La Valle, che con il giornalista ed ex-conduttore Rai ha promosso l’iniziativa, e Benedetta Sabene. Santoro è certo: “Pescheremo dal non voto”. Che dubitiamo, da queste parti, si lasci affascinare da un programma non detto, da un logo ecumenico, da troppo già visto a poco ore dal parto dela nuovo miracolo italiano. Poi ci sono 150mila firme da raccogliere, ma sono un dettaglio.
(14 febbraio 2024)
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