La Zia Mara nel suo ruolo di perfetta padrona di casa, ma c’è sempre qualcuno che paga i conti, ha letto in fretta e furia un comunicato che la Rai ha calato dall’alto dove si censurava di fatto la libertà di parola di due cittadini italiani, di fatto anche artisti dopo l’appello di Ghali a smettere di ammazzare la gente come bestie e quello, più o meno dello stesso tenore di Dargen D’Amico.
E’ un precedente pericolosissimo, illiberale, antidemocratico e vergognoso: i due hanno espresso un parere civile, impeccabile nella forma e nella sostanza e sono stati messi all’indice dal servizio pubblico (mentre Raiplay ha rimosso l’intervento di Ghali a Sanremo quello stesso Ghali che ha comprato una barca e l’ha donata a Mediterranea per salvare la gente in mare che i governi lasciano annegare come bestie).
Se siamo di colpo scivolati nella Russia di Putin ce lo facciano sapere.
C’è qualcosa che va aggiunto: se la parola “genocidio” ha diritto di cittadinanza all’interno del festival, a maggior ragione andrebbe ricordato che è Hamas ad avere la parola genocidio nell’articolo uno del suo Statuto. E se Sanremo non è spazio per le esternazioni di Ghali non lo è nemmeno per le proteste dell’Ambasciatore di Israele prontamente raccolte dalla tv di Stato di Rai.
(12 febbraio 2024)
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