di Giancarlo Grassi
Eccola la fila di trattori che si prepara a percorrere l’intero raccordo anulare occupando in fila perfetta, come tanti alberi da frutto, una sola corsia per non creare intralci. Dei benefattori, diciamo, per il bene di tutti: come l’uso dei fotofarmaci chimici. Meloni non si capisce cosa abbia intesta, confusa probabilmente, dalla protesta della categoria che più ha lisciato dall’opposizione salvo poi fare il contrario una volta al Governo. E ha testato l’augusto cognato. Che dovrebbe averli ricevuti. Con il contentino dell’Irpef: “Esenzioni Irpef ai redditi agrari e dominicali sotto i 10 mila euro”.
Nel frattempo Riscatto agricolo dà ordini al ministro Lollobrigida: “Non vogliamo Coldiretti”. Sembra Scherzi a Parte, ma non lo è.
Tona la presidente del Consiglio: “Il Governo vi ha sempre difesi dalle scelte sbagliate Ue”, salvo poi fare lo stesso quando è diventato maggioranza. Ma questo se lo scorda nell’ugola. Salvini fa il controcanto: “Si può fare di più”, tuona dall’alto del suo 8% che si assottiglia sempre più e dopo avere mandato in avanscoperta quel Danilo Calvani che doveva salire sul palco del 74° Festival di Sanremo. Ma il comunicato lo leggerà Amadeus: mica perché qualcuno abbia insinuato che l’avrebbe letto meglio.
Il Danilo Calvani – già uno dei capi del movimento C.R.A. Agricoltori traditi, è il volto televisivo del Grande Cucuzzaro delle proteste. Ha fatto egregiamente il suo compito gridando allegramente, e pacatamente, e da par suo, che voleva le dimissioni di Lollobrigida per manifesta incapacità. Tanto casino per poi sparare sulla croce rossa fa un po’ tristezza, quasi come Umberto Smaila che parla delle foibe [sic] a Sanremo ad indicare che al peggio non c’è mai fine, dunque non sperate troppo che Meloni cada in fretta.
Insomma è stato un fiasco, per i trattori e per la politica, ma sarà un trionfo – per i trattori e per la politica – e a puttane c’andrà il paese: del quale importa poco tanto ai trattori quanto alla politica. Il ministro che fermava i treni non ce l’ha fatta. E i miracoli sono stati esauriti tutti in campagna elettorale. Mancava giusto Umberto Smaila. E non è nemmeno venerdì 17.
(9 febbraio 2024)
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