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La Peste si è spenta, ma l’Infezione serpeggia

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di Claudio Desirò

Mai come quest’anno molte delle frasi di Primo Levi riecheggiano come monito e presagio di un futuro divenuto triste realtà dopo il Pogrom del 7 Ottobre scorso: “È successo, può succedere ancora” e sta succedendo, con la venuta alla luce di tutto quell’antisemitismo ancora presente nella nostra società, prima strisciante e nascosto, ora non più velato, se non dall’artefatto pacifintismo e terzomondismo che contraddistingue, non solo larghe porzioni di una società che ignora la propria storia, ma anche ampie schiere della politica occidentale e dei suoi più accaniti tifosi.

“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai distogliere lo sguardo”, una pagina dalla quale molti di coloro che domani, 27 Gennaio, si produrranno in discorsi ricchi di retorica, hanno purtroppo distolto lo sguardo da tempo. Ideologizzati fino alla cecità intellettuale, navigano cercando il consenso basato sull’ignoranza, non solo storica. Perché “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, ma la conoscenza e la cultura sono merce assai rara in un mondo in cui l’esaltazione dell’ego e dell’idolo, così come il sostegno a prescindere, prevaricano ogni valore, qualsiasi approccio razionale, la realtà storica e contemporanea. Realtà e storia piegate ad uso e consumo dell’ideologizzazione di parte, a costo di passare sopra e mettere in discussione stupri, omicidi, infanticidi e la deportazione di ostaggi bella striscia di Gaza.

“Coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” ed in un certo senso lo stiamo già rivivendo, a colori invertiti: piazze dai colori preponderantemente rossi schierate a favore di chi ha consumato un crimine orrendo contro Israele e la sua popolazione civile, in un impeto di antisionismo, l’antisemitismo odierno, da sempre presente in certe fila ed oggi vanamente giustificato con presunte distanze dalle politiche interne del Governo Netanyahu.

“Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?”. La Memoria, quella che si vorrebbe arredare e distorcere a proprio piacimento, che vorrebbe strumentalizzare anche il 27 Gennaio, utilizzando parole ed eventi in cui equiparare l’Olocausto alle sofferenze del popolo palestinese, utilizzato come scudo umano dal regime che lo soffoca ed addossando le responsabilità al popolo ebraico, che vorrebbero vedere distrutto. Sterminato.

“Non occorre sconfinare nella patologia mentale per trovare esemplari umani le cui affermazioni ci lasciano perplessi”. E dal 7 Ottobre scorso, ed ancora più in questi giorni, di parole ed azioni che non lasciano solo perplessi, ma si possono definire nauseanti, ne abbiamo viste e sentite fin troppe.

“Se questo è un uomo”, se i ProPal e gli antisionisti si possono definire uomini o donne. Oggi meno che mai.

 

(25 gennaio 2024)

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