di Claudio Desirò
“Viva l’Italia antifascista”, così ha esordito qualche giorno fa Elly Schlein nel suo intervento alla Camera, continuando, nel 2023 e con 100 anni di ritardo, la narrazione di un Paese in balìa di una guerra civile, esistente unicamente nelle perverse fantasie di chi alimenta presunte divisioni per recuperare consenso, nascondendo l’assenza di idee e di proposte sui temi concreti con cui la realtà richiederebbe di confrontarsi.
Uno sguardo perennemente rivolto ad un passato, fortunatamente, lontano ed un racconto utile unicamente a rinsaldare le basi ideologizzate in una lotta contro fantasmi e presunti pericoli che distolgono l’attenzione dai temi caldi sui quali, evidentemente, non vi è contezza e contenuto per sviluppare un’azione politica quantomeno adeguata.
Un’opposizione, tutta, ormai vittima di se stessa, trincerata su posizioni aprioristiche e distopiche, nonostante tematiche ed argomentazioni per confronti nel merito certo non mancherebbero, ma che preferisce continuare a vivere ed a sopravvivere in una realtà parallela e distante dai problemi concreti della quotidianità contemporanea.
Un atteggiamento condiviso con chi staziona sull’altra sponda del fiume dove gli approcci ideologici e le bandierine di parte, certo, non mancano. Esempio principe, il MES, meccanismo europeo che il nostro Paese, unico in Europa, non ha ancora ratificato e sul quale si consuma il teatrino di una narrazione che ne confonde, volutamente o involontariamente, causa ignoranza di base, la ratifica con l’attivazione.
Nel mezzo, un Paese che cerca sopravvivere attendendo il varo della Legge di Bilancio la quale, almeno sulla carta, sembra fare acqua su molti aspetti, ma che difficilmente potrà essere migliorata da una classe politica disabituata al confronto sui temi ed impegnata unicamente a rinvigorire le proprie posizioni ideologiche a favore di una campagna elettorale senza fine.
L’unico futuro che ormai si guarda è rivolto verso i futuri appuntamenti elettorali, mentre il futuro del Paese, evidentemente ritenuto poco utile alla sopravvivenza politica dei singoli, viene costantemente relegato ad una fugace comparsa sul palco del teatro dell’assurdo recitato dalla classe politica attuale.
(15 dicembre 2023)
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