I giudici sospendono la ratifica dell’accordo Rama-Meloni, ma non sono i giudici italiani – così che Meloni e compagnia di governo non potranno prendersela con la Giustizia italiana – ma sono quelli albanesi: secondo la Corte Costituzionale di Tirana infatti, la decisione di Edi Rama di cedere terreno all’Italia per la realizzazione di centri d’accoglienza (forzati) per migranti avrebbe richieste l’autorizzazione preventiva del presidente della Repubblica albanese. Il fatto che Rama non l’abbia chiesto spiega alcune somiglianze tra il primo ministro di Tirana e la nuova regina del Regno d’Italia e d’Albania.
L’accordo avrebbe dovuto essere ratificato dal parlamento il 13 dicembre, ma la Corte costituzionale albanese lo ha sospeso in extremis, insieme all’applicazione del protocollo. Tutto è rimandato a dopo il 18 gennaio. Dopo quella data sarà la Suprema corte di Tirana a prendere in esame nel merito uno dei “due ricorsi presentato dal Partito democratico guidato da Lulzim Basha insieme al gruppo parlamentare che fa capo all’ex premier Sali Berisha che pure aveva assicurato al ministro degli Esteri Antonio Tajani che non si sarebbe opposto” al patto Italia-Albania.
Un bel buco nel globo terracqueo, diciamo, per il progetto più bizzarro del governo Meloni fino ad oggi che potrebbe impedire la realizzazione dei centri prima delle elezioni europee del 2024 che saranno a giugno, cioè in piena stagione estiva, cioè quando i flussi migratori si fanno più consistenti, cioè fa saltare in aria i piani di propaganda di Meloni e dei compagni di ventura sulla pelle dei migranti.
(13 dicembre 2023)
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