Sbarchi in Italia e vivi in Albania, lontano dagli occhi e lontano dal cuore: è la sostanza del nuovo protocollo d’intesa tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro dell’Albania Edi Rama ricevuto a Roma in occasione dell’annuncio della costruzione di due centri migranti in Albania che possano contenere fino a 3mila persone. E’ il socialismo reale dei flussi sulla pelle degli altri.
Il nuovo regno d’Italia e d’Albania del futuro nasce così sulla base dell’intesa che il paese ricco, l’Italia, offre gli scarti al paese povero, l’Albania, in nome della prosecuzione dei una “strettissima collaborazione che già esiste nella lotta all’illegalità” e aggiunge un nuovo tassello in quella lotta: perché migrante che crepi di fame è sinonimo di illegalità in un paese come l’Italia è stato, fino ad ora, praticamente impossibile entrare legalmente – chiedete agli imprenditori che vogliono assumere stranieri quanto impiegano.
E il paese colonizzato offre i suoi spazi per la detenzione, ops!, per la cura di due campi profughi, ops!, centri migranti, in nome di un nemmeno troppo vagheggiato appoggio dell’Italia all’entrata in UE dell’Albania forse troppo vaneggiato.
Entusiasta il primo ministro Rama che in più occasioni si è sperticato in lodi persino protocollarmente eccessive, nei confronti della nuova regina d’Italia e d’Albania che ricorda, in tutta la sua magnanimità, come l’Italia sia “il primo partner commerciale dell’Albania” con un “interscambio” che vale “circa il 20% del Pil albanese” e parla di “intensi rapporti culturali e sociali” che si spera funzionino meglio degli ascolti della Rai. Insomma è un trionfo. Un altro.
Chissà chi paga la costruzione dei campi profughi. In mezzo a tanto trionfo delle questioni economiche, ci si dimentica sempre.
(6 novembre 2023)
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