di Claudio Desirò
Che il nostro Paese sia passato da Culla della Cultura a Inferno della Polemica è ormai assodato da tempo: qualsiasi tema, argomento, episodio diviene terreno fertile per dividersi in contrapposti ed accaniti schieramenti che si battono incessantemente. Che le fazioni, poi, pongano questi scambi di slogan su un piano ideologico, è invece fenomeno relativamente recente, nato 10/15 anni fa con l’esplosione dell’uso dei social, sui quali ognuno, oltre a sentirsi obbligato a condividere la propria opinione col mondo su qualsiasi argomento, porta avanti le proprie “indispensabili” battaglie di parte, anche strumentalizzando argomenti futili.
Ovviamente, a questo non poteva sottrarsi la pubblicità Esselunga, che ha avuto l’ardire di promuovere un marchio di grandi magazzini attraverso gli occhi di una bambina in sofferenza a causa del divorzio dei genitori.
Apriti cielo! Ma come?
Reazioni stizzite da un lato, dove i censori non si sono lasciati sfuggire l’occasione di additarne un qualche riferimento ideologico, come se la sofferenza di un figlio, narrata in uno spot, potesse rappresentare un attacco all’istituto del divorzio.
E urla di giubilo dall’altra, rappresentata da coloro che vorrebbero il mondo fatto solo da famiglie “tradizionali” e che sottolineano le sofferenze dei figli durante e dopo separazioni e divorzi, dimenticando che spesso la scelta di una separazione possa essere fatta anche a beneficio dei figli, per evitare che crescano tra tensioni e litigi, se non peggio.
Ed il tutto, ricordiamolo, per uno spot pubblicitario di un grande magazzino.
Ovviamente, la poco illuminata classe politica contemporanea non si è tirata indietro e, in un Paese alle prese con problemi economici, debito pubblico, innalzamento dello spread, gestione dei flussi immigratori e tutto il resto, l’argomento caldo della settimana è stato, e continua ad essere, uno spot televisivo.
Dibattiti, discussioni, approfondimenti, non senza arrivare anche all’insulto reciproco, per una pubblicità televisiva, diversa dai soliti clichè. Certo, la genialità ed i complimenti vanno fatti ai suoi ideatori che hanno perfettamente centrato il punto: tutti ne parlano, il marchio gira e l’obiettivo è raggiunto. Un obiettivo di marketing raggiunto anche grazie al Paese della Polemica, che riesce a dividersi e litigare su tutto.
Anche sulle pubblicità.
(29 settembre 2023)
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