di Giancarlo Grassi
Non è mai bello sentenziare con un “l’avevamo detto”, ma non è per vanità che ci tocca sottolinearlo, è perché Meloni c’è cascata di nuovo nella dichiarazione roboante e un po’ boccalona che recita “Il territorio sarà radicalmente bonificato” e che non lascia molto spazio alle interpretazioni: nulla sarà fatto. Esattamente come nel dopo-Cutro. Esattamente come dopo tutte le altre promesse. E figurarsi ora che Meloni è alle prese con una legge di bilancio che la farà a pezzi.
Così la presidente Meloni promette a don Patriciello, non poteva esimersi lei che è “Giorgia, madre e cristiana”, omaggiata da prelati e vertici ecclesiastici vari, dal prefetto di Napoli, Claudio Palomba con i ministri Piantedosi, Abodi e Valditara e dall’onnipotente Mantovano, dall’ennesima promessa che non potrà mantenere perché non è che puoi schierare l’esercito con tutti gli impegni che ti sei presa per difendere l’Ucraina. Quaranta minuti di incontri, gli osanna dei militanti di FdI che però dovevano sembrare cittadini comuni come da ordini perentori dei Colonnelli – “Le persone devono sembrare cittadini qualunque che accolgono Giorgia festanti anche per bilanciare eventuali contestatori” (come da screenshot dal TgLa7 pubblicato da Repubblica) – e poi dopo la promessa di bonifica del territorio (a quando la sterilizzazione delle zanzare?) nuovo incontro presso l’istituto scolastico Francesco Morano per presiedere una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Quindi il capolavoro: “Siamo qui per manifestare la solidarietà a vittime innocenti” e la “presenza seria, autorevole, costante dello Stato che in territori come questo non sono stati sufficientemente percepiti e forse [sic] non sufficientemente presenti”. Misure da prendere nell’immediato, relativamente all’annunciata “bonifica del territorio”. E considerando i risultati dell’inseguimento “per tutto il globo terracqueo” dei mercanti di uomini c’è francamente da augurarsi che a Caivano le cose vadano meglio e che l’annunciata bonifica non si risolva con un nulla di fatto e con i soliti rimpalli di responsabilità tra Stato e Regione Campania, al fine, almeno, di risparmiarci i soliloqui di De Luca che parla della Campania come se il presidente di Regione fosse un altro.
(1 settembre 2023)
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