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HomeL'OpinioneLa morte di Prigozhin: niente di sorprendente

La morte di Prigozhin: niente di sorprendente

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di Vanni Sgaravatti

La resistenza Ucraina, gli errori di valutazione sull’incapacità degli Occidentali di porre una resistenza vera ad una decisa operazione militare, dopo i passi indietro fatti da Obama in Siria e il ritiro dall’Afghanistan, hanno cambiato i rapporti di forze tra i fedeli del cerchio magico di Putin, tra cui Prigozhin e l’Fsb e le forze armate russe.

Il maggior potere dei primi ha permesso di resistere alle critiche dei secondi per lungo tempo, al punto che furono i generali russi ad essere messi sotto scacco, pesantemente criticati e messi in seconda linea.

Ma, più il conflitto da operazione speciale diventava guerra di lunga durata, più il mastodontico apparato militare industriale, partendo da una resistenza passiva, da un muro di gomma rispetto alle indicazioni dei filo-putiniani, ha conquistato posizioni di potere. Non si può escludere anche un appoggio cinese, tenendo conto della maggiore affidabilità delle forze armate rispetto alle armate private. Per uscire dall’impasse, i filo-putiniani hanno dovuto accettare un compromesso, una revisione nella distribuzione del potere che comportava scaricare le milizie private, utilizzate fino a quel momento anche come contrappeso e compensazione delle paure del complotto da parte di Putin.

Come dire, che Putin e i fedelissimi dell’Fsb non hanno potuto fare a meno di cedere e di istituzionalizzare il potere, visto che la cosiddetta operazione speciale è diventata una guerra vera e tradizionale. Ci è voluto tempo per perfezionare questi accordi, mentre Prigozhin aspettava in anticamera, dovunque questa fosse, dal momento che lo stesso Prigozhin, messo in un angolo dai Generali, ha tentato la carta disperata dello pseudogolpe.

Una volta conclusi gli accordi che prevedono una condizione ed un limite al potere assoluto dello Zar Putin, l’eliminazione di Prigozhin era solo una questione tecnica, su cui sinceramente è difficile trovare qualcosa da commentare. Naturalmente l’unico dettaglio rimaneva quello di capire chi poteva portare avanti la guerra del terrore in Africa. Ma in Niger le folle inneggianti il colpo di stato hanno dimostrato che si poteva fare a meno della Wagner. Quali sono le fonti di questo racconto? È necessario citarle? Anzi, è necessario averle? Non è una storia plausibile quella riportata? Quale differenza farebbe se questa diagnosi fosse fatta direttamente da un generale russo?

Non credo che, per questo, avremmo elementi che possano farci credere che la narrazione esplicativa del contesto in cui Prigozhin è morto sia vera e non solo plausibile.

 

 

(23 agosto 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 


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