di Claudio Desirò
Sta facendo molto discutere quanto avvenuto ieri durante i Mondiali di Scherma in corso di svolgimento a Milano e che ha portato alla squalifica della sciabolatrice ucraina Kharlan, rea di non aver stretto la mano all’avversaria russa Smirnova, dopo averla battuta in pedana.
Certo, si dirà che esiste un regolamento e che questo va rispettato, però esiste anche una guerra, anzi una vile e criminale invasione, e lo stato emotivo degli atleti rappresentanti le nazioni coinvolte, andrebbe anch’esso tenuto in considerazione. Anzi, dirò di più: la regola della stretta di mano a fine match è derogata dal protocollo Covid della stessa Federazione Internazionale della Scherma e può essere sostituito dal tocco di sciabola, come fatto dall’atleta ucraina, ma non accettato da Smirnova.
Una squalifica, dunque, ingiusta e che giunge a distanza di un’ora dalla fine del duello, al termine della lunga sceneggiata messa in piedi dalla russa, che ha deciso di occupare per 45 minuti la pedana, in una plateale e surreale dimostrazione di cosa non sia lo sport, di quali non siano i suoi valori.
Certo, non è un caso che tutto ciò sia avvenuto proprio in una delle poche competizioni in cui sono presenti atleti russi. Infatti, la Federazione della Scherma è una delle rare eccezioni che prevede la partecipazione degli atleti russi ai mondiali. E, certo, non è nemmeno un caso, che il presidente della federazione internazionale sia proprio un oligarca russo, tale Alisher Usmanov, colpito da sanzioni a causa dei suoi stretti legami con Putin.
Di fronte a quanto avvenuto ieri (27 luglio, ndr) non si può che rimanere basiti, evidenziando influenze politiche ingiuste, atteggiamenti ben distanti dallo spirito dello sport ed una decisione che porta ad escludere dalla competizione e dalla possibilità di qualificarsi alle prossime olimpiadi una delle atlete piu forti, sacrificata a seguito della patetica sceneggiata di Smirnova. Sceneggiata probabilmente suggerita dalla retrovie, visto che a Smirnova non porta nulla: la squalifica dell’avversaria, infatti, non la porterà a continuare il torneo, ma sarà l’atleta che Kharlan avrebbe dovuto incontrare agli ottavi ad avere il beneficio di un match vinto, senza essere combattuto.
Alla fine hanno perso tutti: Kharlan, nonostante la vittoria; Smirnova, nonostante la sceneggiata; e lo sport, sacrificato sull’altare della politica.
(28 luglio 2023)
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