di G.G.
“In questi giorni gli organi di informazione hanno ampiamente parlato della mia lettera inviata al Giornale, la cui unica motivazione era quella di denunciare, innanzitutto come figlia, la persecuzione giudiziaria subita da mio padre e il tentativo di operare su di lui una vera e propria damnatio memoriae”. E’ la dichiarazione di Marina Berlusconi che Il Sole 24 Ore riporta il 21 luglio e che riprende, in qualche modo, la polemica subentrata alle dichiarazioni della presidente di Fininvest e del gruppo Arnoldo Mondadori Editore che, per colpa della stampa – ha imparato il mestiere in fretta dello screditare la stampa, la Matriarca della famiglia – che ha visto “dietro questa lettera intenzioni che non ho mai avuto” e “hanno incomprensibilmente attribuito reazioni che non ho mai provato di fronte a commenti del presidente Giorgia Meloni, per la quale nutro il massimo rispetto e la massima stima”.
Così stanno le cose. Appunto. Non si è francamente notato tutto questo bailamme della stampa, piuttosto è stata la presidente Meloni ad essere lapidaria: “Marina Berlusconi non è un soggetto politico”, ed è Marina Berlusconi ad avere cattiva memoria perché a creare una delle tante polemichette era stata con la dichiarazione: “Marina Berlusconi non è un soggetto politico?”, “Meloni ha detto ovvietà”, Licia Ronzulli a In Onda su La 7, con tanto di contraddittorio. Tutto il resto vecchia è fuffa dicasi solita storia di un’andazzo che incolpa la stampa di qualsiasi flatulenza e della costruzione di ogni arma di distruzione di massa mediatica – che è poi lo stile sul quale le reti Mediaset, che Marina Berlusconi dovrebbe conoscere bene, hanno costruito le loro fortune.
Le sue dichiarazioni di pace e rispetto somigliano più a una dichiarazione di guerra e vediamo quale sarà il momento giusto per dissotterrare l’ascia. Basterà aspettare.
(21 luglio 2023)
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