di Claudio Desirò
Il nuovo corso PD, quello che per “battere la destra” si sposta a sinistra, che tra uno slogan e l’altro fa l’occhiolino a cinquestelle e massimalisti ormai superati dal tempo e dalla storia, si conferma un progetto a perdere quando è tempo di misurarsi negli appuntamenti elettorali.
Quasi un cappotto subito alle elezioni amministrative che, nonostante la sconfitta in 6 capoluoghi su 7, con l’unica eccezione di Vicenza, tra l’altro unico Comune in cui il Candidato Sindaco ha preteso la non partecipazione della Schlein alla campagna elettorale, non scalfisce la Segretaria “di piazza e di slogan” che conferma di “essere qui per restare”. Un’affermazione che assomiglia ad una minaccia per la propria base e, contemporaneamente, ad una promessa di rosee aspettative per il centrodestra che, vista l’assenza di controproposte serie delle varie opposizioni, si appresta ad accomodarsi al Governo in pianta stabile anche a causa della mancanza di avversari credibili.
Politically correct, ideologismo climatico e patrimoniali, sono le colonne portanti di una pseudo proposta che sembra aver ormai stancato l’elettorato medio, che non si dimostra neppure più sensibile nemmeno alla narrazione del pericolo fascista, vecchio ed insostituibile mantra tirato costantemente fuori da sinistra ad ogni buona occasione.
E mentre Schlein, Conte e Calenda sembrano sintonizzati a creare la solita alternativa del “tutti uniti contro”, il centrodestra continua nel suo operato di Governo, con la Presidente del Consiglio che sembra doversi guardare più da eventuali pericoli interni alla sua coalizione, che da un’opposizione stanca e che ha stancato il proprio elettorato e che non convince più il popolo dei “politicamente indecisi”.
(2 giugno 2023)
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