di Giovanna Di Rosa
In una intervista al quotidiano Avvenire l’ex senatore ed europarlamentare del PD Goffredo Bettini, sufficientemente non a riposo per entrare a gamba testa sulla già difficile strada di Elly Schlein dicendo di sostenerla, mena fendenti immotivati contro i diritti e le libertà individuali come se avesse la tessera di FdI. L’intervista dopo che la firma di Bettini, appare tra quelle in calce al documento della rete No Gpa contro la maternità surrogata chiamata, volgarmente, utero in affitto in onore a Meloni e compagnia.
Bettini parla di una “una fase molto delicata nella vita del Paese” riferendosi a “un’offensiva della destra che intende colpire i diritti LGBTI+, le garanzie delle coppie omosessuali e la libertà di espressione della propria percezione della sessualità” e parla della sua sensibilità [sic] circa i temi in questione. Subito dopo affonda. Secondo lui la maternità surrogata “prevede una considerazione umiliante del corpo della donna”, e se lo dice lui che è un uomo…. Poi Bettini afferma che la maternità surrogata “comporta per lo più rapporti mercificati. Ci sono passaggi di denaro. I poveri offrono il corpo, i ricchi lo utilizzano”: insomma siamo al PCI degli anni ’70. Quindi Bettini afferma che attraverso la maternità surrogata “si trasforma il legittimo desiderio di genitorialità in un diritto che interferisce e programma circa il destino di un altro essere umano”: nemmeno Meloni e Roccella, all’unisono, avrebbero potuto dirla più di destra.
Però per Bettini è “sacrosanto il diritto di adottare da parte delle coppie omosessuali e anche dei single” e dentro tanta sacralità ci si chiede dove fosse Bettini quando tanti ex comunisti col mal di pancia, lo stesso mal di pancia che prova lui oggi, contribuirono a stralciare la step-child adoption dalla legge sulle Unioni Civili: forse dove stavano tutti quelli – come Bettini – per i quali le cose diventano sacrosante con vent’anni di ritardo. Ce ne sono un sacco in Italia. E troppi nel PD. Ci si chiede altresì, per citare Franco Grillini, se questo Bettini è lo stesso del “corpo è mio e me lo gestisco io” degli anni ’70.
Poi Bettini scivola sulla figura dell’uomo saggio che ne sa più di te e dispensa consigli: “I propri diritti, se esasperati da un individualismo che li mette al di sopra di tutto, rischiano nella nostra modernità malata di trasformarsi in egoismo edonistico” e senza accorgersene sta parlando di politica, anche di quella che fa lui, e si dà contemporaneamente la risposta: “occorre attenzione su questioni diverse che interrogano nel profondo la coscienza contemporanea”.
E quindi l’affondo su Elly Schlein, che non poteva mancare: “Dal momento dell’elezione di Elly Schlein ho pensato giusto non intervenire con le mie opinioni pubblicamente. L’ho fatto fin troppo nel passato” – nel passato? – “La sconfitta delle amministrative è netta. Schlein lo ha dichiarato con onestà. Ma ha chiesto tempo. Si è data come fondamentale obiettivo il voto delle Europee. Per quanto mi riguarda ho intenzione di rispettare questa richiesta di un tempo necessario”. Poi la guerra è aperta.
Solo una domanda, nostra, ingenua e irrituale, dopo la lettura di questa intervista imbarazzante per chi abbia a cuore i diritti di tutte e tutti: per quale motivo un elettrice del PD, un elettore del PD, una coppia che guarda a sinistra, dovrebbe continuare a votare PD dopo simili dichiarazioni simile autorevole esponente che sembra parlare per dar voce a Fratelli d’Italia?
(2 giugno 2023)
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