di Claudio Desirò
Il giustizialismo più becero e l’accanimento più caloroso sono ormai una triste consuetudine con cui molti appartenenti alla categoria di “italiano-medio” si approcciano a qualsiasi tema, notizia o evento che accade nel nostro Paese, soprattutto sui social dove trovano, attraverso attacchi personali, e talvolta privi di senso, i propri cinque minuti di celebrità. Spesso effimera e ristretta ai 4 o 5 like con cui si gonfiano il petto.
Quindi, purtroppo non può stupire l’animosità con cui molti, dalla bocca schiumante di rabbia, stanno scatenando un’ondata di veleno circa le condizioni di salute di Silvio Berlusconi. Un’onda di fiele che dovrebbe creare ribrezzo, a prescindere dall’opinione politica o personale, che si può avere su un imprenditore, poi leader di partito e di Governo, che in queste ore si ritrova ricoverato in una terapia intensiva in condizioni che, causa anche l’età avanzata, non possono essere considerate altro che gravi, seppur stabili.
Schiere di odiatori seriali che non si fermano neppure davanti ad una vita sospesa, in preda ad un delirio di disprezzo che va ben oltre l’umana comprensione.
Una società in preda ad una deriva costante verso gli istinti più brutali ed animaleschi, che sembra non avere più limiti, nemmeno morali, nel giudizio sull’altro. Al massimo, il limite permane il giudizio verso se stessi.
(7 aprile 2023)
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