di Daniele Santi
A parlare non è il giovane apprendista con licenza media del costruttore edile all’angolo al quale sta antipatico il presidente francese, a parlare è il vicepresidente del Consiglio italiano che sparla di Macron per mettere in difficoltà l’Italia e quindi l’attuale presidente Meloni, che è sua alleata, ma ha commesso l’errore di farlo a pezzi il 25 settembre 2022.
Salvini torna così sugli scudi alla vigilia delle elezioni, e ne scenderà in fretta lunedì 13, forse con un capitombolo che finge di non aspettarsi. Siamo di nuovo, in questo paese in eterna campagna elettorale grazie anche a queste destre, alle dichiarazioni ad uso interno che per avere eco devono uscire dai confini nazionali. La permalosissima stampa francese farà a pezzi l’Italia, ma a Salvini non importa. Lui vuole un voto più di Meloni alle regionali. Ma, boutade a parte, ciò che i due leader di queste destre un po’ cialtrone non capiscono, è che non si può stare in Europa con posizioni solitarie e isolazioniste. E a nulla servono le dichiarazioni postume di Meloni su quanto sia importante “stare con chi vuole la pace”. I suoi alleati vedono Zelensky come il fumo negli occhi. Se ne renda conto.
(10 febbraio 2023)
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