di G.G.
Il ministro La Russa e le destre sono fuirosamente contro Sanremo, ma non lo vogliono dire – non lo possono dire – così che si nascondono dietro i soliti giochi verbali, un po’ elementari, che sono propri di quella parte politica che oltre a dio, patria e famiglia ha anche come slogan peculiari vittimismo, discriminazione, emarginazione. A loro rivolte, chiaro.
Così La Russa giocherella su due fronti: parla di art.21 della Costituzione spiegando che le destre la discriminazione la conoscono bene, quella che praticano contro le minoranze e che annega in mare, forse, (ma è una nostra opinione): difettano di conoscenza di quella parte della Costituzione che parla di antifascismo e qui si entra in campo minato perché La Russa parla anche di essere contestato perché ha in casa un busto di Mussolini e chiedendo perché dovrebbe gettarlo via, dal momento che è un regalo di suo padre.
Certamente non si può chiedere a chi ci tiene di rinunciare alle proprie tradizioni famigliari quello che so di certo è che se mio padre mi avesse regalato un busto di Stalin lo avrei affettuosamente avvertito che lo avrei buttato nel cesso perché la mia idea politica con Stalin non c’entra niente. Anche se amo profondamente mio padre.
Poi a ognuno piace condire di melassa ogni storia che riguardi casa sua, figuriamoci se vogliamo sottrarci alla tradizione.
(9 febbraio 2023)
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