di Redazione
Mentre si scrivono articoli su possibili “epidemie” di terremoti [sic] e si ritoccano foto con gli strumenti adatti per rendere i colori più forti e le immagini più forti, perché si fa sempre presto a speculare quando a morire sono gli altri, la terra continua a tremare in Turchia e Siria. Nella notte un’altra scossa di 5.7 richter ha contribuito al peggioramento di una situazione già disperata.
Le vittime sono ormai oltre 5mila, oltre diecimila i feriti, e l’OMS dirama un comunicato in cui prevede oltre ventimila vittime nei due paesi colpiti. Le condizioni metereologiche e la mancanza di attrezzature rallentano i soccorsi che in molti casi non riescono ad arrivare nelle zone colpite. In molte località si scava a mani nude.
Nonostante la tragedia Erdogan non allenta la morsa sulla popolazione: quattro persone che avevano lamentato ritardi nei soccorsi sono state arrestate dalla Polizia per post “provocatori che miravano a creare paura e panico” pubblicati sui social annunciando un’indagine più ampia sugli account dei social media. Le dittature non conoscono la pietà.
In fiamme il porto di Iskendurun.
Port of Iskenderun continues to burn with massive flames #Turkey pic.twitter.com/fDIa3qUZ2z
— Ragıp Soylu (@ragipsoylu) February 7, 2023
(7 febbraio 2023)
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