di Giancarlo Grassi
In Italia coesistono due Giorgia Meloni: la presidente del Consiglio che invita ad abbassare i toni e la leader di Fratelli d’Italia che presentando il suo candidato per il Lazio, Rocca, grida dal palco “Chi è stato condannato in via definitiva si deve scontare tutta la pena”. E a forza di gridare dimentica che nessuno ha detto il contrario.
Dall’altra parte del mondo degli urlatori politici entra anche Salvini, perché è campagna elettorale e tocca gridare, ribadendo la stessa cosa e aggiungendo “Il 41bis non si tocca”. C’è da chiedersi chi ha chiesto che il 41bis venga abrogato. E siamo, di nuovo, alla cortina di fumo ad uso elettorale, ma non solo; all’attacco al PD, perché Bonaccini le ha già date alle destre, e di santa ragione.
Ma non è solo quello il punto. Bisogna fare finta che ci siano problemi più importanti perché l’azione di governo fa acqua da tutte le parti e Meloni rischia di affogare: le promesse miracolistiche si sono perse, affogate, dentro la fatidica frase “La coperta è corta” (e la lingua lunghissima); la manovra di bilancio non dà niente, toglie tutto, taglia la sanità, non fa crescere il paese, toglie alla classe operaia per dare alla classe elettorale delle destre e poi è colpa del PD; la Sanità si trova con 2 miliardi e poco più meno 1 miliardo e quattro per le bollette, rimangono poche centinaia di milioni.
E vi stupite se tocca mettere al centro della scena prima un indispensabile [sic] decreto anti-rave e quindi un altro indispensabile decreto contro le Ong per finire ora a una caciara insostenibile contro la cancellazione di un 41bis che nessuno ha chiesto di togliere o contro l’idea che si liberi un condannato in via definitiva che nessuno ha chiesto di liberare.
Queste destre forti coi deboli e agnellesche con i forti puntano il dito, ma sono abitualmente assai meno dure quando ad avere a che fare con la giustizia è qualcuno che esce dalle loro fila.
(6 febbraio 2023)
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