di Massimo Mastruzzo
Nella classifica delle province italiane sulla base della qualità della vita, che tiene conto di diversi fattori, tra cui lavoro, ambiente, salute, sicurezza e cultura, al primo posto c’è Bologna, Milano è all’ottavo, Parma al nono posto, Cremona all’undicesimo, Bergamo al 14°posto, Brescia al 22°. Sul fondo Napoli al 98°, Palermo, all’88°, chiude la classifica Crotone, al 107° posto.
D’altro canto è però noto che la Pianura Padana è la zona con l’aria più inquinata d’Europa. Gli alti livelli di inquinamento atmosferico sono causati principalmente dalla forte industrializzazione, dalla concentrazione di allevamenti intensivi di animali, dall’alta densità di popolazione, con la conseguenza che quest’ultima si porta in dote: più automobili, più case che significano più impianti di riscaldamento, e così via. Ovvero altissime concentrazioni delle famigerate polveri sottili PM 2.5
Nella sola Verona e Provincia, dove è possibile osservare valori d’inquinamento atmosferico tipici della regione della Pianura Padana, i decessi causati dall’esposizione prolungata a PM 2.5 sono stati circa 300 ogni anno, nel periodo 2009-2014.
Lo scenario osservato a Verona è quindi riscontrabile anche in altre zone della Pianura Padana.
Per quanto riguarda una delle voci più «pesanti» dell’inquinamento da particolato PM 2,5, gli allevamenti intensivi di animali, è bene ricordare che uno studio portato avanti da Greenpeace in collaborazione con l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha portato alla luce un risultato molto preoccupante: tra il 2007 e il 2018 gli allevamenti intensivi hanno inquinato come quasi otto milioni e mezzo di automobili. La Lombardia è la prima regione per numero di suini allevati di tutta Italia. Qui vivono quasi 4,4 milioni di maiali — ovvero il 50% della produzione nazionale. La provincia di Brescia conta più maiali che abitanti. La Lombardia è anche la regione con il maggior numero di capi bovini allevati in Italia: quasi 1,5 milioni, il 27% del totale, concentrati, anche questi, soprattutto tra Bergamo e Brescia. Subito dopo si attesta il Piemonte, con 815 mila capi e il Veneto con 753 mila. L’Emilia Romagna è al quarto posto con 572 mila capi.
I numeri dell’ultimo rapporto Mal’Aria stimano che il 76% dei grandi centri in Italia sarebbe fuori legge secondo gli standard europei sull’inquinamento.
Le situazioni peggiori sono a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia, che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti. Se si tengono in considerazione i target europei per la qualità dell’aria previsti per il 2030, la situazione si fa ancora più critica
«L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza», commenta Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. «In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52 mila decessi annui da PM2.5, pari a un quinto di quelli rilevate in tutto il continente».
Il superamento dei limiti di biossido di azoto nell’aria è già valso a Regione Lombardia diverse procedure d’infrazione presso la Corte di giustizia Ue.
L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha classificato le città europee più inquinate in base ai loro livelli medi di particolato fine (misurato in microgrammi per metro cubo μg/m3) negli ultimi due anni solari.
Cremona, Padova, Venezia, Vicenza, Brescia, Asti, Verona, Treviso, Bergamo, Piacenza, Alessandria, Milano e ancora Torino, Ravenna e Terni, sono queste le città più inquinate d’Europa, secondo i nuovi dati diffusi dall’Agenzia europea per l’ambiente.
Capire quali algoritmi possano far coincidere gli stessi territori nelle stesse posizioni sia della classifica sulla migliore qualità della vita, che in quella per il maggior inquinamento, rimane un mistero.
(2 febbraio 2023)
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