di Massimo Mastruzzo*
Scellerate scelte politiche del passato, puramente propagandistiche, intrise di malapolitica, di disattenzioni, di superficialità, hanno messo in crisi un comparto, quello lattiero-caseario. Ancora oggi a rischio, secondo Copagri, la sopravvivenza di circa 700 aziende solo in Lombardia.
A 26 anni dalle prime manifestazioni ci sono ancora oltre 2 miliardi di euro di sanzioni da pagare.
LA VICENDA
Ogni anno, dal 1995 al 2009, l’Italia ha superato la quota nazionale di produzione di latte e lo Stato si è sostituito agli allevatori responsabili dello sforamento versando alla Commissione gli importi delle multe dovuti per il periodo in questione, pari a 2,3 miliardi. Ma l’accordo con Bruxelles prevedeva anche che le somme fossero restituite alle casse dell’erario dagli allevatori responsabili. Sulle quote latte però sono state fatte speculazioni, compravendite, nascita di finte aziende e tanto altro. A rimetterci oltre agli allevatori onesti, ogni singolo cittadino dal nord a sud dell’Italia visto che lo Stato ha già pagato 4,5 miliardi di euro.
Una pesante eredità che arriva dal passato e che ha forti responsabilità nelle scelte fatte in particolare dalla Lega e dalla destra a quel tempo al governo con decisioni che hanno danneggiato migliaia di allevatori onesti e tutti i cittadini, con proroghe nazionali e mancate riscossioni, fino a giungere nel 2009, e con l’allora Luca Zaia ministro dell’agricoltura, che vietò ad Equitalia di procedere con le cartelle di riscossione per i multati. Così che nel 2023 ci ritroviamo con i trattori in piazza a Milano come 26 anni fa, con la questione delle quote latte mai risolta e oltre 2 miliardi di euro di sanzioni da pagare.
*Direttivo nazionale MET
Movimento Equità Territoriale
(18 gennaio 2023)
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