di Giovanna Di Rosa
E’ che poi finisce che sul troppo entusiasmo si scivola: e mettici il troppo entusiasmo, mettici le contingenze, mettici che per una giusta che se ne dica se ne sbagliano sei, mettici che pur di parlare diciamo qualsiasi cosa – un umanissimo difetto, che volete mai farci – nella giornata dell’arresto di Messina Denaro, tra lodi e imbrodi, si scivola sul ghiaccio bollente.
La presidente del Consiglio, infatti, travolta da se stessa, ha indicato il 16 gennaio come data simbolo della lotta contro le mafie, anzi come giornata per celebrare chi lotta contro le mafie. Nella gioia tremebonda del momento Meloni si è dimenticata che il parlamento italiano, c’erano anche i suoi deputati di allora di Fdi alla Camera dei Deputati in data 1° marzo 2017, riconobbe oltre vent’anni di manifestazioni spontanee gestite da Libera e tanta, tantissima altra validissima società civile (che lotta contro le mafie) approvando la legge che istituisce il 21 marzo quale Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
E’ quando la demagogia mangia l’anima e diventa sempre più difficile dare la colpa agli altri perché, ad esempio, non “ci lasciano governare“.
Così tra le varie promesse da campagna elettorale, spunta anche quella su base emotiva: lo “Stato costruirà alternative contro il cancro mafioso”. Come nei casi precedenti non si dice quali saranno le alternative né quando inizierà la costruzione“. Poi va in televisione a dire che “la mafia non può essere un tema divisivo”, dimentica – per troppo entusiasmo – di dire chi ne ha fatto un tema divisivo.
(16 gennaio 2023)
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