di Giancarlo Grassi
“Non ci sono soldi per tagliare le accise” disse la presidente del Consiglio che da capo dell’opposizione girava spot imbarazzanti, con comparse imbarazzanti, svendendo slogan imbarazzanti con conteggi solo apparentemente chiari su costo dei carburanti, accise, prezzo reale e denaro che entra allo stato. Naturalmente oggi che è la presidente del Consiglio si accorge che alle accise non si può rinunciare.
La domanda è se dentro al bruttissimo gioco che gioca la bruttissima politica italiana ci sia davvero bisogno di confezionare simili prese per il culo prima all’opposizione e poi dal governo. Meloni sapeva che la misura non poteva essere mantenuta, e allora che bisogno c’era della sceneggiata spot-imbarazzante con comparse imbarazzanti e imbarazzante sapore di propaganda social? Non si sa, ma è servita a Meloni per conquistare Palazzo Chigi e da lì uscire con le ossa rotte quando sarà il momento. Che arriverà, opposizioni permettendo o proprio nonostante loro, prima di quanto in troppi pensino.
A Meloni, che almeno ha il pregio di dire il contrario di ciò che diceva prima con la stessa brutale franchezza come da scuola garbatelliana, insieme a una certa velocità d’esecuzione dal momento che a non esistere non sono soltanto le opposizioni, ma anche gli alleati di governo ai quali chiude la bocca quando vuole. Quindi ecco varato di corsa un decreto che serve a pochissimo, ma utilissimo a un popolo che non vuole soluzioni, ma vuole gridare in accordo coi politici che vota: decreto che non taglia le accise ma offre al lavoratore “nel limite di euro 200 per lavoratore” duecento euro che non concorrono “alla formazione del reddito da lavoro dipendente” quelli che chiameremo volgarmente buoni benzina.
Poi il colpo di genio che Tajani chiama operazione trasparenza: ovvero l’obbligo per le stazioni di servizio di esporre “con specifica evidenza” accanto al prezzo praticato (quello che pagate) il prezzo medio nazionale (giornaliero) pubblicato dal ministero delle Imprese; non sappiamo se data la predisposizione di queste destre alla creazione di miracoli mediatici più che reali, presto non scopriremo con sorpresa ed incontenibile gioia che guardando il prezzo medio nazionale del carburante non vi si riempia il portafoglio in una sorta di fantascientifico cash-back de noantri.
Sugli scudi le solite sanzioni, comminate dal prefetto e il “rischio di sospensione dell’attività” in caso di recidiva (da 7 a 90 giorni). Ci sarà anche un tetto massimo praticabile dalle stazioni di servizio che operano lungo la rete autostradale. Un’altra serie di misure, varate in quattro e quattr’otto, che non fanno che fornire ulteriori dubbi sulla capacità di questo governo di incidere davvero sulla realtà reale e non sulla realtà di destra che è parte del gioco che li ha portati dove stanno.
(11 gennaio 2023)
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