di Daniele Santi
C’è un certo infantilismo gaudente nelle battute da bar con le quali certi giornalisti di destra, sempre più a destra (poi mi fate presidente di qualcosa?), stanno commentando senza entrare nel merito, ma con battutine da bar all’angolo un po’ sporco i fatti dello schifoso Qatargate di Bruxelles.
L’occhio vispo che sprizza allegria incoscientemente adolescenziale sembra dire: “Finalmente i corrotti ce li avete anche voi. Voi che ci facevate la morale alla fine siete ugualmente corrotti”. E si capisce il godimento da pranzo domenicale con tutta la famiglia dopo la messa, alla trattoria all’angolo in onore del dio, patria e famiglia che è l’unica cosa che spesso possono articolare a guisa di slogan d’appartenenza, ma è un godimento ingiustificato. Una eiaculazione precoce della quale ci si vanta perché si è troppo caldi.
Quei certi giornalisti di destra che godono perché finalmente anche a sinistra ci sono i corrotti dimenticano però di osservare una cosa fondamentale: a sinistra ci si vergogna dei corrotti mentre a destra il corrotto si difende e spesso, troppo spesso, lo si è candidato per salvargli le chiappe. E’ brutale scriverlo in questo modo, ma è la realtà. Dunque, e profondamente lo sanno anche quei certi giornalisti di destra che chiacchierano sempre come se fossero al bar, con lo stesso stile, c’è poco da godere. E’ uno schifo: tanto a sinistra come a destra. Ma a sinistra le candidature allegre di indagati e corrotti si sono contestate, soprattutto quando questi andavano ad avere incarichi di governo (ma a certi giornalisti di destra la memoria fa difetto, al contrario della faciloneria).
(13 dicembre 2022)
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