di Giancarlo Grassi
La presidente del Consiglio in sfavillante Armani, sorriso da Regina che dal palco d’onore osserva con benevolenza il popolo che applaude (applaude il presidente della Repubblica e non lei, ma sempre applausi sono, finché durano), si è presentata alla prima della Scala mentre il suo parlamento discuteva di togliere 500 € di buono cultura ai 18enni e contemporaneamente si regalava 5500 € di tecnologia, perché “aumentano le spese di cancelleria” dunque, essendo i tablet fatti di carta, toccava sostenere questi bisognosi ai quali non bastano i 15mila euro mensili.
E’ questa la protervia stracciona di una classe dirigente che da ormai tre decenni si ritiene superiore a chi la vota, riempiendo il popolo elettore di fandonie e panzane che si rimangia una volta salita al potere con misure che dal 1994 bloccano il paese e ne impediscono una naturale evoluzione verso il futuro ancorandolo al passato – un passato che fa comodo alle signorìe in parlamento assise. Ma potrebbe davvero essere il colpo di coda di una destra che non conosce classe dirigente degna di tale nome, oltre a non conoscere vergogna, e che continua nell’antico adagio di creare tensioni e contrapposizioni persino quando dall’UE – che hanno contestato in tutti i modi – arrivano finanziamenti che nessun politico dotato di senno e che abbia a cuore il popolo di cui si riempie la bocca si sognerebbe mai di perdere.
Ma da queste parti si dà la colpa a Draghi tra tensioni con Bruxelles, con Parigi, silenzi sul Mes e influenze diplomatiche che non fanno che mettere in risalto uno spietato sotto l’Armani il niente, che è il pessimo titolo di un brutto film la cui sceneggiatura era facilissima da interpretare anche prima del ciak.
(10 dicembre 2022)
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