di Giovanna Di Rosa
Il furore punitivo delle destre si abbatte come una ghigliottina ideologica su tutto ciò che può contribuire a costruire la nuova Italia del Ventennio degli anni Duemila. Sostiene il furore ideologico di cui sopra una dichiarazione, documentatissima, del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
“In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia tra i 18 e i 29 anni”, tuona il ministro, “di essi 11.290 possiede solo la licenza elementare o nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media. Noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà”.
La proposta, che ha una sua intelligenza sociale e certamente mira ad un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini italiani, viene esposta con il solito furore simil-punitivo proprio delle destre, e spinge a una domanda: se non volessero costoro completare il ciclo di studi obbligatorio, poi come mangiano? Si rivolgono alla malavita?
Certo, nemmeno questa sarebbe una novità.
E se non stupisce la proposta, che ha senza dubbio una sua utilità e un suo senso, sconcerta ogni giorno il tono da dito puntato con il quale questo governo si rivolge ai più svantaggiati, quali che siano le ragioni dello svantaggio. Quasi che essere svantaggiati rappresenti una colpa.
(23 novembre 2022)
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