di Paolo M. Minciotti
…. e meno male che a distogliere l’attenzione su una manovra economica che fa male ai poveri e toglie il reddito di cittadinanza anche a chi ne ha bisogno (“possibile che in tre anni non si trovi lavoro?”, tronfiano quelli che si sono dimenticati a bella posta di due anni di blocco del paese causa pandemia) ci pensa Malan e la sua nuova boutade contro le persone omosessuali.
Malan, che peraltro è membro della Chiesa Valdese la cui posizione di assoluta non disciminazione nei confronti delle persone omosessuali è arcinota, per amore della propaganda filo-Meloni si mette di traverso anche alla sua chiesa, istituzione favorevole ai matrimoni omosessuali “non abbiamo il dovere di obbedienza” tuona “la chiesa Valdese è fondata sulla Bibbia e non sulla gerarchia” e pare nemmeno sulle posizioni personali di Malan.
Ma il verbo di Malan non è nemmeno un’opinione, serviva un diversivo alle sue amate destre (le ha fatte tutte, quelle possibili, e la sua adesione a FdI è dovuta alle posizioni del governo Draghi sulle coppie dello stesso sesso, se ancora c’era bisogno di capire che aria tira in casa Meloni) per far superare al suo elettorato omofobo e intollerante lo choc di una manovra economica da canna del gas, che forse basterà fino a marzo. A volere essere ottimisti.
Ecco così, a suon di citazioni bibliche – nel testo sacro non vi sia alcun riferimento ai matrimoni omosessuali – perché per il senatore il faro è la Bibbia e non la Costituzione italiana, che “l’omosessualità è un abominio” perché sta scritto “sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento”. Un po’ di sana omofobia. Se ne sentiva la mancanza.
Poi naturalmente non è vero. Lui non ha mai detto che “l’omosessualità è un abominio”. Ha solo risposta a una domanda del conduttore di Radio 1 (Un giorno da Pecora”) che gli chiedeva cosa dicesse la Bibbia dell’omosessualità. Insomma è stato il conduttore.
(22 novembre 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)