di Daniele Santi
L’ex presidente Rai, ex Sindaca, ex ministra Moratti, una donna che ha avuto le sue fortune (sfortune nostre) politiche tutte interne alla destra, folgorata sulla via dell’anti-leghismo con una trentina d’anni di ritardo e alla bella età pensionabile di 72 anni, scopre di essere improvvisamente antagonista alle destre, e dice al PD che bisogna avere il coraggio di schierarsi. Lei.
Davvero in questo paese non c’è né senso di memoria, né vergogna, né pudore politico.
Secondo Moratti – e secondo Renzi e Calenda – si dovrebbe credere improvvisamente ad una Moratti folgorata sulle via del Progressismo, trent’anno dopo Occhetto e dopo avere srotolato tutta la sua carriera organicamente al berlusconismo, dopo essere stata vicepresidente di Fontana voluta da Berlusconi per tenere a freno le pulsioni leghiste: e hanno il coraggio di puntare il dito contro il PD colpevole, secondo loro, di rincorrere Conte. Se davvero il Terzo Polo guarda a sinistra non si capisce perché peschi nella destra per le sue candidature. Per i sondaggi? Perché dopo averla vista dappertutto nessuno ricorda cosa abbia fatto sul serio, e anche questo è senza dubbio un vantaggio?
Credo sia noto e chiaro a tutte e a tutti che una candidata come Letizia Moratti non possa essere votabile da nessun petto dentro il quale batta un cuore progressista. Poi, a proprio volere sottilizzare, per comprendere la metamorfosi di Moratti – e di Renzi e di Calenda – basterebbe guardare alle innumerevoli mutazioni di Giuseppe Conte. Vogliamo dire che da qui alle elezioni in Lombardia, al ritmo al quale cambia la politica italiana, potrebbe persino spuntare un votabilissimo asino che vola che ragliando sulle giuste frequenze faccia risvegliare gli Italiani a un nuovo dio della politica che risolva ogni male con un calcio nel culo.
(7 novembre 2022)
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