di Daniele Santi
Era sembrato a Meloni di vincere facile, assestando un colpo basso all’opposizione del PD, alla quale tocca rimproverare la mancanza della sufficiente aggressività a contrastare una presidente del Consiglio alla quale non mancano né la grinta né la favella, citando l’ex ministro Padoan – ministro dell’Economia dei governi Letta e Renzi – e una sua affermazione sul tetto al contante: “Non c’è correlazione con l’evasione”.
La dichiarazione è del 2015, e il suo uso a guisa di colpo basso contro un PD moribondo oltre che giustificativa nei confronti delle pulsioni protagoniste di Salvini, ha fatto applaudire come folli e sganasciarsi dalle risate i Fratelli e le Sorelle d’Itaglia (se lei è IL presidente io posso scrivere Italia con la GL), ma come spesso succede alle destre ci si dimentica l’essenziale. Padoan, a distanza di sicurezza dal governo Renzi dichiarò infatti nel 2019, ospite ad Agorà su Rai 3 che la misura era stata “un errore, e io ero contrario”. Ma a Meloni è tornato comodo raccontare solo una parte della storia.
La replica di Padoan di quattro anni dopo le (gli?) servirà per la prossima battuta ad effetto?
(27 ottobre 2022)
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