di Daniele Santi
Mentre Salvini perde le elezioni anche in Brasile e il suo Bolsonaro se ne va al ballottaggio dietro Lula (43,3% contro 48,4% dei voti) rinasce con l’aiuto del Viagra la Lega che ce l’ha duro, in nome di Bossi nuovo astro nascente dell’anti-salvinismo. Se non è politica alla canna del gas questa, diteci voi cos’è…
Mentre Salvini mantiene il suo ferreo controllo interno (finché dura) sul partito ecco agitarsi la sinistra ombra di Umberto Bossi fa capolino e, per bocca di Speroni, altro redivivo miracolato dalla mummificazione, lancia l’allarme: “Con Salvini finiamo al 2%”. E forse anche senza. Ecco quindi pronta la restaurazione della Lega che ce l’ha duro, con aiuto di numerose pillole di Viagra, dietro il nome nuovo nuovissimo[sic] di “Comitato per il Nord” lanciato dall’81enne Bossi qualche sera fa dopo essere stato rieletto in parlamento preso per i (pochi capelli).
Salvini fedele all’idea dell’a pensare male non si sbaglia mai pensa che dietro l’ambigua sigla neo-bossiana ci siano i suoi avversari interni che lanciano l’offensiva finale contro il segretario-traballante, unico esempio di politico al mondo che perde le elezioni anche all’estero puntando sempre sul cavallo sbagliato. Si sospetta la vendetta di Paolo Grimoldi, deputato non più ricandidato e assai incazzato capace di raccogliere 1.500 firme in sette giorni per portare la Lega a congresso e liberarsi del Truce.
Lui, nel frattempo, minaccia epurazioni di governatori che da soli superano i voti della Lega di Salvini di dieci volte. Uno clowneria psicofrenetica [cit.].
(3 ottobre 2022)
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