di Giovanna Di Rosa
Con una dichiarazione puramente elettorale ad uso di chi fa un mestiere umile e non ne vuole sapere, con il silente suggerimento del se vi impegnate potrete diventare come me, che potrebbe suonare ad alcuni come una terribile minaccia, ecco Meloni d’Italia suggerire che il miglioramento personale è la chiave per governare un paese, soprattutto quando si viene dal basso. Appunto.
Dopo lo sfondone mediatico sulla violenza sessuale di Piacenza ed il silenzio totale sul femminicidio di Bologna, la leaderessa sceglie la via dell’umiltà [sic] secondo Giorgia e lo fa dal meeting di Rimini, dove notoriamente le cameriere accorrono a frotte, con tutto il rispetto per il mestiere, per creare come è nel suo stile divisioni ulteriori tra chi dimostra di ritenere cittadini di serie a e di serie b. Il bagno di umiltà [sic] meloniano si esaurisce infatti nell’affermazione “L’errore del reddito di cittadinanza è che ha messo sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo”, il resto è il solito mero racconto su se stessa che non interessa a nessuno se non al suo ego, spesso impreciso – anche nel ricordare la storiella di un presunto aborto famigliare quando in Italia la legge sull’aborto non era in vigore e abortire era ancora un reato come Meloni vorrebbe fosse ancora oggi in un mammanesco ritorno al passato sulla pelle delle donne.
Poi il solito riferimento agli insulti ricevuti – forse a causa dei quali ha sviluppato la sua proverbiale delicatezza verbale – causato del suo umile mestiere di cameriera, dal quale ha imparato molto. Nemmeno questa storiella sta in piedi, come tutto il suo programma elettorale, ma lei la racconta perché certamente la ritiene utile a farsi ascoltare dall’elettorato al quale guarda.
(25 agosto 2022)
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