di Giovanna Di Rosa
Il rischio è che l’illusione per tante donne che avere una donna premier sia anche un valore aggiunto per le donne, nonostante Meloni, ha spinto Elly Schlein, a sfidare a un confronto diretto Meloni leaderessa del dio, patria e famiglia ché le “donne fattrici e basta” non si può dire, basta che lo dica Adinolfi.
La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna è candidata come capolista indipendente nel listino proporzionale alla Camera, a Bologna, ha deciso di mirare dritto alla prima leader donna di un partito personale in Italia e la sfida: “Un confronto con lei? Io non avrei problemi, per me anche domattina”.
Articola la critica, Schlein, con parole roventi: “Meloni guida un partito che relega le donne al ruolo di welfare vivente: questo la rende una leadership inutile per le donne” a sottolineare il suo “non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti delle altre donne, a partire da quelli del proprio corpo”. Perché sulle donne il programma del partito della premier in pectore è chiaro.
Da Meloni ancora nessuna risposta. Raramente queste destre raccolgono le sfide preferendo i mega-manifesti elettorali, le apparizioni-spot senza contradditorio sulle corazzate berlusconiane o su Tg simpatizzanti come il Tg2, ma Schlein insiste: “C’è molta differenza fra leadership femminili e leadership femministe” prendendo l’iniziativa su un argomento sul quale i candidati maschi non possono dire nulla, avendo chiuso la questione Meloni pochi giorni fa con un battutone a Letta da lontano. E ha ritenuto di avere chiusa la questione.
(19 agosto 2022)
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