di Giancarlo Grassi
Il sito Lavoce.info ha elaborato un articolo dove si evidenziano tutti i punti deboli della propaganda sulla Flat-tax (già evidenziato in altre sedi alle quali risulta, calcoli alla mano, che sotto i 26.600 euro annui le tasse aumenteranno a beneficio dei ricconi alla Berlusconi).
Secondo Lavoce.info sito sempre molto attento a dare una corretta informazione, anche oggi, come nel 2003 la propaganda berlusconiana al servizio delle destre più estreme (guardate chi ha sdoganato dal 1994 ad oggi), la motivazione principale della riforma [sic] era riposta in un forte recupero dell’evasione fiscale. Recupero che non avvenne che in minima parte tanto da portare Salvini, sempre prodigo di soluzioni miracolistiche, ad ipotizzare un mega-condono fiscale, che vedremo come verrà applicato nel caso le destre vincano le elezioni. Anche nel 2018, governo giallo-verde a tinte nero-razziste (Conte diventò di sinistra [sic] dopo, in tempi meno sospetti quando già era senza poltrona, perché la vita ci cambia), le destre si sgolarono con due proposte di riforma dell’imposta personale sul reddito di tipo flat tax, che si è concentrata in una sola misura che ha visto destinatari gli autonomi con fatturato inferiore a 65 mila euro. Perché se non ci sono entrate poi le uscite saranno minori: la scuola non avrà i fondi, la sanità nemmeno, e avremo più gente a casa a guardare le televisioni meno colte d’Europa – perché ti accontenti di quello che puoi. Si chiamano risultati da eccessivo aggravio per le finanze pubbliche.
Secondo i calcoli de Lavoce.info la proposta della Lega “produrrebbe un gettito di 94 miliardi all’anno (escludendo le addizionali regionali e comunali), con un calo di 58 miliardi rispetto a quello Irpef attuale. La perdita di gettito è simile per la flat tax proposta da Forza Italia“. Dove andranno a ricadere i tagli? Basta guardare al passato, ma gli Italiani non hanno buona memoria e preferiscono lamentarsi. Basterebbe considerare che le flat tax da campagna elettorale delle destre sarebbe oggi ancora più pesante sui conti pubblici rispetto al 2018. In quell’anno infatti il rapporto debito/Pil era pari al 132,2, mentre nel 2021 aveva raggiunto il 150,8 per cento. A questo link un grafico esplicativo.
Dunque, come sempre, la destra prende in giro l’elettorato raccontando ciò che non si può mantenere: e infatti saggiamente Meloni sull’argomento tace, almeno in pubblico, salvo poi presentare un programma elettorale in quindici punti dove, oltre ad un sovranismo autarchico preoccupante, parla di misure economiche che genererebbero un altro buco finanziario di diverse decine di miliardi di euro. Per non soffermarsi sui rischi dello spread perché all’ex ministra di Berlusconi ciò che è successo dal 2008 al 2011 evidentemente non è bastato. Speriamo sia bastato agli italiani.
(13 agosto 2022)
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