di Daniele Santi
L’operazione perpetrata dalle destre ai danni dell’Italia, a guerra in corso e con una serie di provvedimenti vitali per i suoi cittadini in via di approvazione, è riassumibile in una semplice azione: le destre hanno svenduto Draghi per Meloni e questo basterebbe a chiudere ogni discussione senza dovere scomodare le competenze dell’uno e dell’altra.
Ma tocca approfondire leggermente: a fronte delle competenze riconosciute a Mario Draghi in tutto il mondo, del suo prestigio globale e della sua autorevolezza riconosciuta le destre hanno scelto una leader di partito come Meloni riuscita a rivelare fino ad oggi solo due delle sue indubbie ed innumerevoli capacità: tirare su un partito vincente per ora solo nei sondaggi dove nelle intenzioni di voto raggiunge più consensi potenziali che i suoi due avversari insieme, e un’indubbia capacità vocale quando si tratta di gridare sempre le solite cose, che sia in Italia o all’estero; altra peculiarità uno spagnolo di una certa correttezza che si unisce ad un certamente correttissimo accento della Garbatella che non aggiunge molto a ciò che di lei si sapeva già: è donna, è Giorgia, è cristiana, è romana, è contro l’aborto, dei diritti individuali se ne frega (a meno che non siano quelli che dice lei), figli dentro il matrimonio (anche se per lei non vale), niente coppie LGBTI, inesistenti leggende sul gender, è – secondo convenienza o biografia più o meno credibile – orbaniana, bannoniana, putiniana e addirittura atlantista (forse trumpiana).
Ecco la campionessa di competenze che le destre hanno eletto a campionessa virtuale e in onore della quale hanno svenduto Draghi, a guerra in corso e con una serie di provvedimenti vitali per i suoi cittadini in via di approvazione.
(27 luglio 2022)
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