di Daniele Santi
Il presidente del Consiglio Draghi tende la mano al pentastellume sdegnoso che ha in fretta recuperata l’arroganza degli esordi, quando entrarono in parlamento per rivoltarlo come un calzino senza salutare nessuno e trattarono Bersani come l’ultimo degli imbecilli; il potere però rivoltò loro e fece rivoltare il loro elettorato. Ma loro rimangono alteri sul loro Aventino, senza nemmeno sapere cos’è, perché la vera prova della pochezza è il volere avere ragione ad ogni costo. Rock’n’roll.
“Serve un nuovo patto sincero e concreto, siete pronti?”, dice Draghi. Il pentastellume non applaude, che è una risposta, ma non dice no (toccherà aspettare la fiducia, la seconda in pochi giorni); i grillini non possono non sapere, non posso non essersi resi conto, dove pendono i favori degli Italiani: inequivocabilmente verso Draghi, così Conte mandato in avanscoperta anche da Salvini che stamattina ha ribadito il suo “La Lega farà quello che è bene per l’Italia” solita vecchia solfa populista, deve uscire lentamente dalle sabbie mobili per non correre il rischio di affondare di nuovo.
Poi si vedrà quale sarà la fine del pentastellume che dopo avere aperto la scatoletta si è accorto di quando è buono il tonno e vuole continuare a cibarsene; Spadafora a In Onda su La7, nella serata del 19 luglio, parlava di alcune decine di grillini pronti ad operare una seconda scissione. Se hanno fatto pochissimo dopo il trionfo del 2018 cosa potranno fare ora? E come potranno onorare i 300mila euro di consulenza annuale a Grillo e rinnovare i contratti a Casalino? Che storia triste per i rivoluzionari tutti coerenza ed onestà.
Nel frattempo i sondaggi dicono ancora pollice verso, per inciso alla Lega di Salvini succede lo stesso. Forse non resta che riesumare il catafalco Di Battista detto Dibba (che non è Dybala).
(20 luglio 2022)
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