di Daniele Santi
Lancia accuse incomprensibili a Draghi il capogruppo leghista Romeo alla Camera, scaricandogli addosso ogni responsabilità per qualsiasi evento politico futuro: è il morso velenoso della Lega di Salvini, che ha prontamente ricomposto il governo giallo-verde grazie alle ingenuità di Conte, quella Lega che non è la Lega dei governatori, non è quella di Giorgetti, non è quella di Zaia, non è quella di Fedriga, non è quella dei leghisti che vogliono riportare in vita la Lega di Bossi via tribunale.
Il discorso del capogruppo, di rara violenza dialettica, avveniva mentre Draghi si appuntava cose su un foglio e con applausi entusiasti dei salviniani che je piace er capo, di qualunque capo si tratti. L’asse della crisi innescata da Conte è passata quindi nelle ambigue mani ovvero abilità politiche di Salvini, disposto a tutto pur di riprendersi il governo. Anche a riesumare i disastri del Conte Uno a guida gialloverde, Papeete incluso.
Il Cremlino, come precisa una nota stampa della portavoce di Putin, applaude alla nuova svolta anti-occidentale alle porte d’Italia. Certo l’ultima parola, qualsiasi cosa dica la Lega, spetta a Berlusconi.
(20 luglio 2022)
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