di Giancarlo Grassi
E’ un documento sintetico assai efficace che la formazione di Luigi Di Maio – il quale si preparerebbe a provocare una nuova scissione del partito del Conte del Grillo, una quarantina i governisti pronti ad andarsene – rende noto. E dice come i “no” di Conte al governo Draghi conterrebbero in sé una serie di altri “No” dei quali la propaganda di Casalino preferisce non parlare, che porterebbero ulteriori problemi all’Italia nel momento forse più delicato della storia del paese, dal 1945 in poi.
Prendiamo in prestito i 19 punti dal sito di Repubblica che li elenca uno dopo così come ve li offriamo. Con i “No” del partito di Conte:
1 – Non si raggiungono gli obiettivi del Pnrr necessari per ottenere entro fine anno quasi 22 miliardi di euro;
2 – Salta il salario minimo, nessun aumento di stipendio per i lavoratori che percepiscono meno di 9 euro l’ora;
3 – Salta il taglio del cuneo fiscale, misura necessaria per aiutare le imprese;
4 – Si va in esercizio provvisorio e non sarà possibile programmare gli investimenti per il prossimo anno;
5 – Non si potranno fare provvedimenti contro il caro bollette;
6 – Non si potranno contrastare gli aumenti della benzina;
7 – Il governo non potrà fare nuovi accordi sul gas;
8 – Non si potranno rinnovare bonus come quello da 200 euro;
9 – Salta la battaglia sul tetto massimo al prezzo del gas in UE;
10 – Si indebolisce l’Italia ai tavoli internazionali e su temi come la riforma del patto di stabilità non riusciremo a incidere;
11 – Nessuna riforma delle pensioni e si torna alla legge Fornero;
12 – Aumentano i tassi dei mutui per comprare una casa;
13 – Non si riuscirà a fare la riforma del fisco per abolire l’Irap e semplificare gli adempimenti ad autonomi e partite Iva;
14 – Non sarà possibile contrastare l’inflazione attraverso la riduzione dell’Iva sui prodotti di prima necessità;
15 – Non si potranno fare interventi straordinari per aiutare famiglie e imprese durante l’emergenza;
16 – Salta la riforma degli enti locali, necessaria per aiutare i sindaci a garantire servizi primari ai cittadini;
17 – Salta il ddl sulla concorrenza, necessario per ottenere i fondi del pnrr e per ottenere liberalizzazioni in favore dei consumatori;
18 – Non sarà possibile rifinanziare il superbonus;
19 – Non sarà possibile contrastare l’emergenza siccità.
Ferma restando la sempre possibile propaganda necessaria alla visibilità del nuovo movimento di Di Maio, sembra chiaro che il velinismo casaliniano nuovamente impossessatosi dell’agire del Conte del Grillo, sembra voler oscurare scientemente tutto ciò che implica il “No” del partito di Conte al governo Draghi e smonta pezzo per pezzo i famosi 9 punti del movimento fondato dal Grillo furioso consegnati a Draghi.
Mercoledì è ancora lontano, politicamente parlando, e mentre Salvini e Berlusconi vogliono a tutti i costi un Draghi Bis senza pentastellati per poterlo ricattare meglio, la saggezza antica di Gianni Letta consiglia Silvio I da Arcore di evitare le elezioni.
Dal quotidiano di Travaglio traduzioni semplificate per menti semplici di un attacco senza precedenti alla stabilità del paese.
(18 luglio 2022)
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