di Giovanna Di Rosa
Udite udite! Conte ha deciso, anche se è più probabile che qualcun altro lo abbia fatto per lui, che il Governo deve morire. La colpa draghiana è il non essersi piegato ai non-so-cosa-fare-né-dove-andare-ma-qualcosa-devo-pur-farlo dell’ala grillina che guarda al Che Guevara de Voantri come novello messia in nome di 2 punti percentuali in più se gli va bene. Ergo muoia il governo con tutti i draghistei.
E’ il nuovo capolavoro politico dello sciame degli scappati di casa eletti sotto forma grillina per rivoluzionare l’Italia e che sono riusciti solo a rivoluzionare la loro posizione economica personale facendo esattamente ciò che facevano quelli che c’erano già, colpevoli di tutte le colpe. Dopo avere fatto governi con tutti, la meretrice a 5 stelle (nel senso figurato di partito che va con tutti) decide che “Basta. Cambio mestiere” e diventa giustiziera. Le prime teste a cadere saranno le sue, ma è un dettaglio. Conte sembra una bomba a orologeria con il timer impazzito: fa saltare il tavolo quando il governo comincia a lavorare sulle questioni del lavoro che sono improvvisamente diventate care al Movimento; è un rivoluzionario in giacca e cravatta credibile come un cobra che ti si para davanti e ti dice tranquillo non ti mordo, per poi sputarti veleno mortale negli occhi; è capace di fare politica come io sono capace col ricamo. Certo io ho più stile.
Così mentre le destre gridano elezioni, elezioni, elezioni! – quando mai hanno detto qualcosa di diverso le destre – e mentre persino Zaia e Fontana dicono che elezioni adesso sarebbe anche meglio di no e addirittura Salvini cose di ragionevolezza Conte offre un nuovo penultimatum, stavolta definitivo: il movimentucolo dei mal di pancia non voterà la fiducia, forse uscirà dall’aula, così Draghi salirà al Colle, verrà rimandato alle Camere per un’altra fiducia, gli verrà concessa con o senza M5S perché se si va al voto adesso niente PNRR, niente riforma del lavoro e poi ve la vedete con l’estrema destra di Meloni d’Italia, e via e via [cit.]…
Potrebbe anche andare peggio. Si potrebbe addirittura avere un risveglio dal sonno della ragione, ciò che incredibilmente sembra essere successo a Di Maio, col grillismo dibattistiano a tinte Conte che rinsavisce momentaneamente e si arriva con tranquillità a fine legislatura. Insomma toccherà vedere cosa succederà sul serio dopo il voto al Senato.
Ci sono due cose certe: la prima ha a che fare con una domanda, chi li elegge di nuovo questi qui? La seconda ha a che fare direttamente con la capacità dei testicoli di Mario Draghi di reggere un simile martellamento e l’uomo, per quando dotato di palle d’acciaio, sembra essere al limite dell’umana sopportazione. Certo se ci fosse il colpo di genio di offrire a Meloni d’Italia la poltrona di Palazzo Chigi per un governo di scopo, si smonterebbe tutta una narrazione. Ma non ci si aspetta tanto…
(14 luglio 2022)
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