di Vittorio Lussana
Una quarta dose di vaccino per gli over 60. Questo il piano del Governo per contrastare la nuova ondata di contagi estivi da Covid 19. I casi di positività, infatti, continuano ad aumentare e siamo tornati a 100 morti al giorno. Quel che si teme veramente è di arrivare a quota 200 mila morti dall’inizio della pandemia.
La quarta dose per chi ha più di 60 anni è una misura che, ovviamente, condividiamo. Tuttavia, la vera questione, a questo punto, ruota attorno alla nuova variante, che non viene del tutto combattuta dai vaccini attuali, se non risvegliando per qualche tempo le risposte immunitarie. Questa volta non è detto che le misure che il governo sta per varare possano bastare in mancanza di vaccini più specifici, soprattutto per coloro che hanno meno di 60 anni e si ritroveranno positivi. Ci sarebbe anche un rischio immediato per il prevedibile esodo di agosto, in cui gli spostamenti di massa creeranno assembramenti e nuovi contagi nelle località di vacanza. Non vorremmo ritrovarci a Ferragosto con nuovi problemi nelle discoteche e situazioni impreviste nelle varie località prive di strutture, oltre al classico Pronto soccorso locale. Si consiglia, pertanto, di evitare luoghi affollati.
Siamo di fronte a una variante velocissima e, al contempo, più severa della Omicron, anche se priva delle caratteristiche di letalità che aveva la Delta. Quindi, per chi ha meno di 60 anni, fare o non fare la quarta dose è quasi indifferente: se si viene contagiati cambia poco. Inoltre, c’è il rischio di disavventure e vacanze rovinate dal Covid, con relativi danni economici per il settore alberghiero e per quello dedicato alla balneazione. L’impressione è un po’ quella di un’estate che rischia di rivelarsi una trappola, con un virus mutato e vaccini poco efficaci, poiché prodotti per contrastare versioni ormai superate di coronavirus.
Insomma, sul fronte della lotta pandemica, il dubbio attuale è quello di ritrovarci, ancora una volta, in mezzo al guado, con un virus velocissimo e in attesa di un vaccino rigenerato, in grado di bloccare l’entrata nelle cellule di queste nuove varianti. Il vero errore, a dirla tutta, è stato già commesso nei mesi primaverili, quando si è deciso di eliminare quasi totalmente tutte le protezioni. In particolare, l’uso delle mascherine al chiuso, che sarebbe stato meglio mantenere per profilassi, soprattutto nei viaggi a lunga percorrenza (treni, aerei e navi).
L’errore dei mesi scorsi è stato principalmente questo. Anche se si è trattato di una leggerezza comprensibile, dato che ne avevamo tutti fin sopra i capelli. Le mascherine nei luoghi chiusi andavano mantenute, anche per i locali dotati di aria condizionata. Purtroppo, questo abbassamento della guardia è stato teorizzato pubblicamente sui giornali e nelle tv: è stato un grave errore di superficialità. Stavolta, dovremmo essere noi vaccinati a prendercela con i virologi, dato che non si sono dimostrati dotati di cautela nell’esprimere i loro pareri, alquanto variabili: oggi sul pero, domani sul melo.
Tutto all’italiana, come al solito: che cavolo di gusto si prova a comportarsi così non è dato sapere. E cosa accada nella testa di alcuni virologi quando arriva l’estate è un mistero ancor più inestricabile della pandemia stessa.
(9 luglio 2022)
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