di Vittorio Lussana
Umanamente, siamo dispiaciuti per la radiazione dall’Albo professionale dei medici di Venezia della dottoressa Barbara Balanzoni. Soprattutto, perché il provvedimento si basa su accuse, piuttosto formali, di pettegolismo dialettico e classismo sociale da parte del medico in oggetto: elementi indubbiamente importanti, sotto un profilo deontologico, di cui non contestiamo la gratuità. Tuttavia, simili decisioni non serviranno a convertire questo medico a una visione moderata della propria professione. E il problema culturale contro il quale ci stiamo scontrando va ben oltre questa vicenda.
Il problema delle influencer alla Barbara Balanzoni, infatti, è molto simile a quello del maschilismo: esiste una mentalità che doveva essere combattuta, ma che la nostra morale comune, per molti decenni, non lo ha fatto. E adesso ci ritroviamo con una contraddizione giunta sino a noi, che nessuno ha saputo risolvere in precedenza. La stessa cosa può valere per questa sorta di pensiero magico, totalmente campato per aria, che alla fine si traduce nell’autosabotaggio irresponsabile, oltre che nella mancanza di dialogo e di diplomazia necessarie ad affrontare qualsiasi problema.
In buona sostanza, stiamo rischiando di giudicare solamente la punta dell’iceberg che ci siamo trovati di fronte durante la campagna vaccinale, nei confronti della quale in molti hanno remato contro. Non ci sono unicamente le esagerazioni dialettiche della Balanzoni: qui c’è una mentalità radicata nel tempo, che non si riesce a sradicare e che viene strumentalizzata politicamente quando torna comodo, come il caso di Lucca ha recentemente dimostrato. Ai tempi in cui chiedevo la nascita di un Pololaico liberale e riformista da schierare sul fianco sinistro della Casa della Libertà, una delle risposte che ricevevo più spesso era la seguente: “Non vogliamo rompicoglioni”. Un pregiudizio che non era riferito al sottoscritto, tra l’altro. Perché il problema del mondo moderato rimane lo stesso di quello populista: si appiattisce ogni questione verso il basso. E il riformismo liberalsocialista dei fratelli Rosselli viene messo sullo stesso piano della visione gerarchica clerico-fascista. Ecco, dunque, uno degli errori più gravi commessi con l’avvento della seconda Repubblica: la politica del pallottoliere di provenienza berlusconiana.
Tutto ciò sta generando, ormai da 3 decenni, una confusione e un’inazione che ricadono addosso a tutti. Ma si tratta di confusioni e inazioni che non possono esser messe in conto esclusivamente al parafulmine o capro espiatorio di turno: sono stati commessi errori ben più gravi a monte. Come quello di tener sempre ferma la scala ai fascisti, arrivando a dar ragione persino a Palmiro Togliatti.
Insomma, Barbara Balanzoni è solamente il sintomo degli errori commessi. Chi ha causato il problema sono coloro l’hanno laureata. Se si seguono una serie di video caricati sulla piattaforma Youtube dall’ottimo avvocato penalista Francesco Catania, dedicati ai numerosi errori concettuali – e penali – in cui la Balanzoni incorre non appena apre bocca, ci si rende perfettamente conto che laureare per ben due volte, in medicina e in giurisprudenza, un soggetto delirante, affetto da un ego spropositato, che giudica tutto e tutti come se fosse al centro dell’universo – senza motivo alcuno, tra l’altro, dato che proviene da una lunga serie di litigi con la maggior parte dei colleghi e degli infermieri che hanno avuto la sventura di lavorare insieme a lei – rappresenta un gravissimo errore di superficialità.
Noi non condividiamo nulla di quello che dice e che pensa la dottoressa Barbara Balanzoni. Tuttavia, riteniamo assai più grave la paurosa condizione delle scuole e delle università nel nostro Paese, affidate a esami di profitto che sono vere e proprie riffe di paese, in cui non vengono valutati il valore umano, le indoli e il talento effettivo del singolo laureando. Il professionista dev’essere selezionato in base a criteri ben distinti e differenziati. Invece, qui da noi è passato un principio puramente formale: è il pezzo di carta che fa il professionista. Una fissazione ben visibile in moltissime altre situazioni, non soltanto nel caso di un’anestesista bolognese che si è aperta un canale su Youtube, al fine di sfogare i suoi deliri di onnipotenza.
Gli stessi No vax non sono colpevoli di qualcosa: vi è stato un lungo dominio cattolico, dai tempi di Galloni sino alla Falcucci. Ma se veramente s’intendeva perseguire una “presenza cristiana nella società” si doveva sostituire “Dio, Patria e Famiglia” per fare un lavoro sociologicamente più complesso e profondo sulle generazioni successive. Invece, la Democrazia cristiana ha governato, per più di 50 anni, in totale continuità valoriale con il fascismo. E ogni formalismo comportamentale ed educativo è diventato una sorta di presa per i fondelli, funzionale unicamente a nascondere uno sgomitamento sociale sempre più scorretto e incontrollabile.
Tutto ciò che oggi abbiamo innanzi ai nostri occhi sono i risultati di una politica cattolico-borghese puramente formale, priva di contenuti, che ha sempre utilizzato la piccola borghesia per contenere e persino bloccare, in molte fasi, l’ascensore sociale del Paese. La Dc non ha mai perseguito “una presenza cristiana nella società”, secondo i principi di Romolo Murri e Jacques Maritain: in realtà, non ha fatto altro che teorizzare l’egoismo spicciolo e l’immobilismo gerarchico. E quelli che vediamo oggi sono solamente i risultati di una lunga, continuata e colossale presa per il culo dell’intero popolo italiano. Punto, fine.
(2 luglio 2022)
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