di Giovanna Di Rosa
Il metodo delle destre è solo uno: quando non si sa che cosa dire, quale santo invocare, a cosa aggrapparsi, quale nemico indicare si comincia disordinatamente a inventarsi pericoli che non ci sono, dichiarazioni degli avversari che non esistono, intenzioni dei comunisti mai manifestati – e di comunisti non ce n’è più, a meno che non ci si riferisca ai filo-Putin che però stanno quasi tutti tra berluscones, Lega e Fratelli d’Italia.
Anche Sboarina, in panico totale dopo avere dovuto rifiutare l’apparentamento con Tosi che gli aveva offerto i suoi otto consiglieri per strangolarlo in consiglio comunale, non si è smentito: da buon rappresentante delle destre urlatrici ne ha dette di tutti i colori contro Tommasi (“Lo stimo”, dirà poi… E meno male) denunciando inesistenti programmi tommasiani che avrebbero provocato invasioni di Rom e trasngender notoriamente molto più pericolosi di chi invade paesi pacifici, neutrali e sovrani sul cui invasore Sboarina e destre amiche dicono ben poco. Quasi niente, verrebbe da dire.
Dovremo quindi prepararci, in questo paese, agli eccessi della coalizione delle granitiche destre per il 2023 che si inventeranno chissà quali pericoli pur di portare a casa la vittoria, fuorché parlare dei loro programmi, di ciò che va fatto sul serio e della collocazione dell’Italia nell’ scacchiere internazionale. Altro che Rom e transgender e dell’inesistente teoria del gender con cui il Vescovo di Verona ha tentato un’inutile ed ideologico (quello sì) sgambetto…
Ne deriva quindi che se una forza politica non dice ciò che farà, non sa quel che dice, parla di cose che non esistono per poi farne altre, dice all’estero cose che in Italia non dice e inventa una realtà che non c’è, questa forza politica non esiste. Se vale per il M5S non vediamo perché non debba valere per Berlusconi, Meloni e Salvini.
(27 giugno 2022)
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