di Vittorio Lussana
Un docente universitario in pensione viene generalmente insignito del titolo di “professore emerito”, per aver dedicato lunghi decenni all’insegnamento. Ciò non toglie che, sin dal primo giorno del suo pensionamento, egli sia da considerare un ex docente anche se può continuare a frequentare l’Università, effettuare ricerche in autonomia e pubblicare saggi. Basterebbe questo semplice ragionamento per smontare le tesi, assurde e negazioniste, del capolavoro in negativo intitolato Il codice Ratzinger, uscito in questi giorni con relativo utilizzo di carta ed edito – udite, udite – da Byoblu.
A prescindere dal fatto che il “Papa emerito” di cui si parla nello scritto non sposi assolutamente le tesi espresse dall’autore, che neanche citiamo, quel che sconcerta è la sua non accettazione della realtà, nel momento in cui egli opera una distinzione tra munus e ministerium. Due funzioni di indirizzo ovviamente distinte nel diritto canonico, che tuttavia non possono essere totalmente disgiunte, dato che la Chiesa di Roma non ha mai del tutto rinunciato al potere temporale e alla funzione di capo di Stato da parte del pontefice, per quanto piccolo possa essere, oggi, lo Stato della Città del Vaticano.
Quando la distinzione non la possono fare, i complottisti la fanno. Con l’accetta del boscaiolo, ovviamente, ma la fanno. A riprova del fatto che non è assolutamente vero che non conoscano lo strumento, bensì che la loro visione è sempre e totalmente strumentale a mantenere in asse la propria retorica della post verità, anche quando essa confligge con qualsiasi contesto. Siamo di fronte a quelle che Giovanni Gentile, noto filosofo di estrema sinistra [sic!], definiva: “Astrazioni”. Di carattere esoterico, aggiungiamo noi, da autentici fissati per le tradizioni più naftaliniche e settarie.
In buona sostanza, secondo i complottisti il vero Papa attualmente in carica è Joseph Ratzinger. Anche se lo stesso Ratzinger li ha già bollati come diffusori di “chiacchiericcio”; anche se un filosofo cattolico-conservatore come il professor Edward Feser dell’Università di Pasadena, in California, ha già risposto loro, nero su bianco, di andarsi a far vedere da uno bravo; anche si continua a dire loro che esiste “il guardiano del cancello” e che, se si continuano a gonfiare una serie di non notizie, si perde credibilità per sempre. Siamo in Italia, ragazzi: un Paese che non ci mette niente a etichettarti con un giudizio di perversione. Perché è da pervertiti continuare a non comprendere che di “contaminazioni formali” si può morire, assai più che di vaccino. Niente da fare: per loro, quello nell’armadio è Sant’Eusebio. Siamo veramente di fronte a una vera e propria sindrome del cornuto, alla mera perversione del contemplativo.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, scrisse un giorno Antoine de Saint Exupéry in una famosa fiaba per bambini. Aveva pienamente ragione: è l’inutilità, infatti, quella che si nota immediatamente. Lasciandoci tutti stucchevolmente basiti. Alberi compresi. I quali, un bel giorno, si vendicheranno.
(9 giugno 2022)
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