di Daniele Santi
Basta dire che uno deve lasciare “il suo incarico da eurodeputato” e scoppiano i casini. Se poi a dirlo è il leader del M5S Giuseppe Conte, quel M5S che è andato al potere con il 32,8% dei voti ed è a meno della metà, anche a causa dell’abbandono di tutto ciò che aveva detto prima dei suoi 333 eletti, e si riferisce all’ultimo della lunga lista di color che son fuggiti, dicasi Giarrusso, ecco che scoppia il caso politico. E la discussione a due.
“Non entro nella valutazioni dei singoli che hanno abbandonato il Movimento cinque Stelle e in particolare dei singoli che avevano dichiarato che quando si lascia il Movimento 5 stelle si lasciano anche gli incarichi in questo caso, di europarlamentare che si sono ottenuti tramite il movimento cinque stelle”, aveva affermato Conte rimediando la pronta replica di Giarrusso, già volto televisivo, il quale lamenta di essere “costretto” a leggere le “agenzie di Giuseppe Conte che parla ancora di me. Probabilmente gli dà fastidio che qualcuno dica la verità e parli della parentopoli grillina e dell’alleanza con Cuffaro dei Cinquestelle a Paternò, ma la verità va detta sempre, specie da chi si professa onesto”.
E’ un affondo di un certo peso, diciamo così, e sarebbe bastato per come era stato lanciato, ma poi Giarrusso scivola sul personalismo un po’ adolescenziale nei toni, quando si allarga affermando di trovare “imbarazzante che Conte sia ossessionato da me ma non abbia mai detto nulla agli altri sei eurodeputati che hanno lasciato il M5S, uno dei quali molto amico degli onorevoli con i quali gira la Sicilia”. Insomma ogni volta che Conte apre bocca si apre una voragine a 5Stelle. Nel frattempo il partito precipita.
Poi Giarrusso esce dal liceo e picchia anche più duro quando, scrive l’Adnkronos, parla di Conte che “finge di non vedere quegli onorevoli Cinquestelle – Siragusa, Trizzino, Sunseri, Cancelleri, Di Paola – che a Palermo fanno campagna elettorale per un condannato candidato in una lista concorrente, e sorvola sul fatto che Polizzi, candidato di Forza Italia oggi arrestato per mafia, alle scorse elezioni era candidato con Orlando, oggi alleato del M5S a Palermo”.
Insomma regna tutta un’armonia nel M5S e dimissionati dintorni, che in tempi di elezioni amministrative, che vedono sempre i cinque stelle in condizioni di debolezza rispetto alle politiche, non possono che fare ancora più male al movimento, anche se l’obbiettivo è sempre Conte.
(9 giugno 2022)
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